Atmosfera di festa con tanto di Dj e una bellissima “vodka” allo zenzero illuminata da paillettes d’oro all’Institut français di Monaco. In mosrta Tierparade i lavori degli studenti dell’atelier bijou dell’École supérieure des arts décoratifs di Strasburgo che hanno riflettuto –anche con fotografie e video – sul senso dell’oggetto, del mascherarsi, del mostrasi.

Come titolo è per me quello più ironico di tutte le mostre presentate a Monaco in questi giorni: A Pieceful Swedish Smörgåsbord. E anche la presentazione su una tavola apparecchiata rispetta in pieno l’idea del tipico buffet  nordico. Nel menu dunque 11 artiste svedesi tutte tra i 25 e i 35 anni con un background molto simile come mi raccontano le curatrici e artiste Sanna Svedestedt e Karin Roy Andersson. Il tema della mostra: una riflessione sulle donne in Svezia oggi (vedi depressione, suicidi, solitudine) sicuramente al di là degli…

Il pianoforte, il corpo, lo smembramento, il recupero… I singoli pezzi possono vivere di vita propria senza essere schiavi della funzione agglomerante voluta dall’uomo? Secondo gli artisti di A5 parrebbe di sì: nella loro mostra Aeon Profit – Piano Forte 145 chili di pianoforte diventano pezzi unici di gioielleria (volendo a 100 euro al pezzo). Li ha presentati in fiera nel padiglione A, dove era concentrato lo Schmuck, la galleria Platina di Stoccolma. Sembrano cartoline, ma sono in realtà kit base del collezionista di gioiello contemporaneo. Si chiamano infatti For…

Ogni volta mi sorprendo di quanta emozione possano trasmettere le opere di tutta una vita di un’artista, snocciolate davanti agli occhi, in un flusso continuo. È veramente una sensazione fisica, concreta, di forza del lavoro. Nel caso di un artista come Peter Skubic – guru del gioiello nato nel 1935 in Yugoslavia e che oggi abita in Austria vicino a Graz– così ingegnere, così costruttore di macchine magiche per illusionisti, questa sensazione è ancora più netta. Sto parlando della mostra Radikal. Peter Skubic. Schmuck, inaugurata venerdì a Die Neue Sammlung,…

Piccola spiegazione: il premio Herbert Hofmann viene assegnato a tre artisti di gioiello contemporaneo che esibiscono i loro lavori durante la Internationale Handwerksmesse a Monaco appunto. Questo riconoscimento, super ambito ovviamente, prende il nome da che fondò lo Schmuck nel 1959. Il premio mi sembra che esista dagli anni Settanta. I vincitori di quest’anno sono stati proclamati sabato pomeriggio. Metto qui sotto – in inglese – le motivazioni della giuria. Se vi interessa, poi, il mio commento sotto! Attai Chen This piece of jewellery is the result of a very intensive…

Siamo sempre a Monaco in questi giorni, comunque. Ieri mattina alla Galerie Handwerk la presentazione del nuovo libro Helen Britton Jewellery Life. Più che un libro, è un po’ un diario, un momento per fare il punto della situazione degli ultimi anni del suo lavoro. Per poi andare avanti. L’intenzione, come ha spiegato la stessa Helen, infatti, è quella di realizzare un libro-diario come questo ogni 6-7 anni. Con questo di ieri siamo al secondo (il primo è uscito nel 2004, come tempi ci siamo insomma). Piccolo formato, quadrato, meno…

Ambientazione: Monaco ovvero München. “Schmuck”, salone internazionale del gioiello, diciamo creativo e contemporaneo. Oltra alla fiera, vagonate di mostre e mostricine in gallerie in giro per la città. Pioggia in permanenza. Piumino zuppo. Ieri sera – tra le tante – l’inaugurazione di Anima di Ruud Peters alla Galerie Spektrum (fino al 23 aprile). Calca per entrare. Effettivamente anime volanti su piatti di specchio in installazione al centro della sala. Ho fatto qualche foto (in alto) dove non si capisce quale sia l’opera e quale il pubblico. Ma è anche voluto….

In un quartiere di Berlino ovest che per ragioni del tutto personali amo molto (vedi alla voce: ricordi prima della caduta del Muro), in una piazzetta tranquillissima – anche se a pochi minuti dal Ku’damm – e dall’atmosfera un po’ inglese alla Mary Poppins – c’è die Werkstattgalerie (Meierottostrasse 1 angolo Fasanenplatz) nella quale mi ha fatto molto piacere trascorrere un po’ di tempo. Vetrine dalla struttura metallica, qualche banchetto per lavorare ai gioielli (come spesso, vedo, qui a Berlino). Gli artisti presentati sono al 95 per cento tedeschi. Alcuni…

Io e il nome Petra Zimmermann ci incontriamo spesso da un po’ di tempo a questa parte. Di lei vi avevo parlato a proposito di un premio prestigioso vinto in Austria, alla fine dell’anno scorso. E ora, la ritrovo con una mostra personale Dodecade, fino al 26 marzo, alla galleria Oona a Berlino (Auguststrasse 26). Entrando in galleria, specie se uno è un po’ miope, da lontano i gioielli imponenti e “succulenti” di Petra, appoggiati semplicemente su una base chiara, ricordano i bijoux fantaisie americani dal dopoguerra agli anni Sessanta….

Ho comprato a Vienna un libro che si chiama Dreaming Jewelry (edizioni Monsa, Barcellona). All’interno, lo spazio è dedicato a una cinquantina di artisti noti e di tutto il mondo, praticamente. Anche per chi segue poco quel che succede nel gioiello contemporaneo è una panoramica interessante. Il libro prende il tempo di dedicare almeno quattro pagine di immagini (molte le ritrovate sul sito degli artisti) a ogni autore e un mini testo introduttivo in spagnolo e inglese. Ho sfogliato e risfogliato quel libro. C’è Liana Pattihis con i suoi smalti…

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