Come immaginario inglese proprio ci siamo. Gentiluomo in atteggiamento “caccia alla volpe”. Impeccabile. Anche i cani scatenati quanto basta. Impeccabili pure loro. E diciamocelo, quanto è rassicurante e quanto ci piace quel bello stereotipo britannico da servizio da tè. Come Agatha Christie. Ma che succede alla nostra scenetta? Il fuoco del caminetto, la negligenza di un proprietario annoiato ci ha bruciato le pagine del libro… È proprio così che Katherine Richmond (New Brewery Arts) ci presenta la storia: mezza mangiucchiata, carbonizzata, a strati. Così ci racconta con nostalgia il tempo che…
Mi sono scelta apposta due artiste, olandesi entrambe, viste nello spazio di Rob Koudijs a Collect, per mettere visivamente a contrasto due tipi di linguaggio. Tenete presente che sono quasi coetanee, sulla quarantina, tutte e due hanno frequentato negli stessi anni la famosa accademia Gerrit Rietveld di Amsterdam. Felieke van der Leest ha un immaginario completamente surreale da mago di Oz. I suoi animali di perline si divertono all’impazzata alla faccia nostra. Questa volta si mascherano da cow boy e da indiani per girare un classico western. Colori, maglia, metallo (prezioso…
Si chiama Art Fund e la sua vocazione è “helping museum and galleries buy art for everyone to enjoy”. Il luogo è il Regno Unito ovviamente e questa istituzione pubblica che si muove nel privato è specializzato appunto nel fund raising grazie a donazioni, lasciti e compagnia bella esclusivamente dedicato all’acquisto di “arte” per i musei. L’Art Fund era presente ovviamente a Collect (ormai da quattro anni): 75.000 sterline a disposizione dei curatori di otto diversi musei britannici (prima selezionati tra molti altri) per l’acquisto di un’opera. Sugli otto musei, due…
Sono un po’ come armadilli e un po’ draghi sinuosi le nuove opere che Jacqueline Ryan con The Scottish Gallery ha presentato a Collect. Il drago braccialetto in particolare rivela appena la sua origine marina grazie allo smalto color “French blue” che nasconde sotto le sue squame. Quando lo si indossa ci tiene a mantenere le sue onde, i suoi colpi di coda lasciando intravedere la bellezza del suo colore. Si dimostra docile attorno al polso: non “morde”, non graffia grazie agli angoli smussati delle sue scaglie.
Altro piccolo flash fotografico, come promesso ieri. L’artista in questione è il portoghese Edgar Mosa, animo “boscaiolo”, lavora con il legno tagliato in modo da mostrare tutti i suoi cerchi per non fare mistero di tutti i suoi anni. Si serve a volte dell’effetto madreperla verdastro di grandi conchiglie o di piume per enfatizzare l’impatto scenico (e palco-scenico) delle sue collane, qui presentate dalla galleria olandese Louise Smit.
Le grandissime collane che fanno scena e attirano lo sguardo sono esposte, quasi come installazioni, appese al muro degli spazi di molte gallerie qui a Collect. Vi propongo due artisti, due gallerie, senza tanti commenti. Il primo artista che vi presento è il tedesco Axel Russmeyer, presentato dalla londinese Electrum Gallery. Russmeyer è un patito delle sfere ed è bravissimo nel costruirle con qualsiasi materiale gli capiti sotto mano! Qui sotto vedete la collana-globo di pasta (anellini e ruote per la precisione). Sopra, una versione coloratissima con bobine di filo….
Ci siamo, Collect apre al pubblico domani (oggi solo l’inaugurazione). Quest’anno per quanto riguarda l’Italia due gallerie partecipano all’evento. Di Alternatives (ormai veterani della fiera) vi ho parlato nei giorni scorsi e ora è la volta della galleria di Antonella Villanova di Firenze alla sua “prima volta” a Collect. Non vi resta che leggere quello che ci racconta a proposito di novità, attese, “filosofia” e progetti. La sua galleria specializzata in arti applicate è nata da poco, circa un anno mi sembra, una bella sfida in un momento di crisi…
Vi potete immaginare che essendo in territorio britannico, moltissime siano le gallerie targate UK a partecipare a Collect. Infatti è così. Alcune di esse sono specializzate solo in gioiello contemporaneo (ve ne parlerò nei prossimi giorni) altre in arte applicata contemporanea in generale. Io, per l’intervista che segue, ho scelto quella di Adrian Sassoon – tra le più quotate a livello mondiale – che si occupa anche di “antico” (porcellane di Sèvres, per esempio), ma che ovviamente a Collect porta solo la sezione contemporanea. Come leggerete, le idee nel campo…
Gli olandesi sono molto forti in gioiello contemporaneo: su un territorio relativamente piccolo sono dotati di quattro gallerie importanti, tutte presenti a Collect. E sono soprattutto maestri nella provocazione. Le loro scelte estetiche spesso pescano in un vocabolario che ha più a che vedere con termini come “rottura”, “shock”, “originalità” piuttosto che “ornamento”, “armonia”. E hanno, devo dire, un grande senso dell’umorismo. Qui di seguito l’intervista che ho fatto qualche giorno fa a Rob Koudijs, proprietario della omonima galleria di Amsterdam, che vuole essere un punto di riferimento di giovani…
L’impressione che ho avuto andando a trovare Rita e Andrea della galleria Alternatives per avere un assaggio delle novità che porteranno a Collect è che quest’anno – forse più degli altri – gli artisti proposti e le opere siano davvero molto diversi gli uni dagli altri per materiali usati e soprattutto per impatto visivo ed emozionale. Ma, come tengono a sottolineare i galleristi, la linea comune anzi, la mission, è che il gioiello si muova entro limiti ben precisi “dell’indossabilità” e dell’estetica. Non è una roccia lunare, una materia misteriosa…