Collect 2011 – Antonella Villanova: progetti da fare insieme

Antonella Villanova

Inaugurazione di Collect oggi pomeriggio

Ci siamo, Collect apre al pubblico domani (oggi solo l’inaugurazione). Quest’anno per quanto riguarda l’Italia due gallerie partecipano all’evento. Di Alternatives (ormai veterani della fiera) vi ho parlato nei giorni scorsi e ora è la volta della galleria di Antonella Villanova di Firenze alla sua “prima volta” a Collect. Non vi resta che leggere quello che ci racconta a proposito di novità, attese, “filosofia” e progetti.

Catalina Brenes

La sua galleria specializzata in arti applicate è nata da poco, circa un anno mi sembra, una bella sfida in un momento di crisi come questo. Qual è il bilancio sul lavoro fatto fino a ora sia dal punto di vista culturale sia di business?

Il mio lavoro è cominciato nel 2007 nella galleria di arte contemporanea Alessandro Bagnai.

Nel 2010 con Alessandro abbiamo deciso di trasferirci in centro, il nuovo spazio ci ha dato la possibilità di separare le due attività, in quanto si apre su due strade, anche se comunque  il rapporto fra arte contemporanea , design e arti applicate risulta per il visitatore sempre molto interessante.

Il periodo di crisi è sicuramente un deterrente per attività come la mia e Firenze è certamente una città difficile per il contemporaneo, il bilancio di questi primi mesi di attività in centro, tuttavia, non è così disastroso e vado avanti…

Lucia Massei

Veniamo alle scelte artistiche in particolare sul gioiello. Che cosa deve “avere” un artista per essere rappresentato dalla sua galleria?

Per quanto riguarda il gioiello contemporaneo cerco di collaborare con artisti che si approcciano alla contemporaneità in maniera fresca e nuova. Mi interessa molto sviluppare e realizzare insieme ai designer e agli artisti di gioiello contemporaneo progetti site-specific, con la produzione di edizioni limitate appositamente per la galleria. Questo è il modus operandi della galleria, in quanto credo sia fondamentale la “produzione” sia per l’artista che per il gallerista. Nel caso di Johanna Grawuder, le opere esposte nella recente mostra Primum Non Nocere sono state interamente prodotte dalla galleria.

Ruudt Peters

Partecipare a Collect significa affermare la propria identità in un circuito internazionale di collezionisti, galleristi esperti: che cosa si aspetta da questa sua “prima volta”? E come vorrebbe che la sua galleria fosse percepita, con quale peculiarità saliente?

Partecipare a Collect è sicuramente una bella opportunità per la mia galleria che proprio durante il periodo della manifestazione londinese compirà un anno. Le aspettative sono proporzionali all’emozione… La cosa che mi piacerebbe venisse compresa è che per me il design, le arti decorative ed il gioiello contemporaneo non sono campi scindibili l’uno dall’altro, bensì rappresentano ognuno con la sua specificità, una porzione importante e distintiva nel mondo dell’arte contemporanea, dove è importante che la visione si allarghi dalla sola considerazione degli oggetti di pittura o scultura. Fondamentale è la collaborazione ed il dialogo tra le varie arti. Per questo spero che venga compresa la mia volontà di voler portare il gioiello nel mondo dell’arte contemporanea, convinta del fatto che possa entrarvi a pieno titolo. Credo per paradosso che un artista che fa un quadro può fare un gioiello, chi fa una lampada può realizzare una scultura, mantenendo sempre lo stesso sentire, magari non accadrà mai. Ad esempio a Collect porterò tre collane realizzate appositamente per la mia galleria da Ruudt Peters, insieme ad un tavolo disegnato da lui, questo tavolo non serve per esporre le collane ma è un oggetto a se. Infine per me è molto importare dare la possibilità ai giovani artisti, come Catalina Brenes e Malaika Najem di comunicare con artisti noti nel mondo dell’arte come Giò Ponti e Betty Woodman.

Betty Woodman

Mi può raccontare in breve degli artisti di gioiello che porta a Collect e soprattutto dirmi che cosa personalmente la colpisce di ciascuno?

Cercherò di essere sintetica, ma è molto difficile non argomentare dettagliatamente il lavoro di ogni singolo artista. Comunque, di Ruudt Peters, mi affascina la sua capacità di plasmare la cera con una spontaneità così paradossalmente controllata; nel lavoro di Lucia Massei è evidente il riferimento alla storia dell’arte italiana, ansi oserei dire alla storia dell’arte del mediterraneo, inteso come intreccio di culture; i gioielli di Rosalba Balsamo rimandano ad un razionalismo architettonico; nel lavoro di Malaika Najem si intuisce la contaminazione culturale presente nella sua storia personale, infatti il suo lavoro combina la sua tradizione orientale, perché di origine libanese, e la sua parte occidentale vivendo lei in Francia; anche i lavori di Catalina Brenes manifestano le sue origini sudamericana, evidenti nei suoi elementi ludici pieni di colori, insieme alla sua conoscenza della storia dell’arte contemporanea occidentale, evidente nell’uso consapevole di tecniche del gioiello che le permettono di avere un’attenzione misurata nella costruzione dei suoi gioielli.

Malaika Najem

Firenze, città di cultura, forse un po’ più orientata a sviluppare il patrimonio della tradizione (pur con eccezionali aperture verso il contemporaneo) come ha accolto la nascita della sua galleria? Che caratteristiche ha il suo pubblico che apprezza le arti applicate e in particolare il gioiello contemporaneo?

Come ho già detto prima Firenze è una città difficile per il contemporaneo, ma in questi mesi mi sono resa conto che la città mostra un forte interesse verso il contemporaneo che non si percepisce immediatamente. Le persone che entrano in galleria sono di tutti i tipi: collezionisti, curiosi, interessati.

Galleria Antonella Villanova

Rosalba Balsamo

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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