Schmuck 2017 – Quel che resta…

Proprio oggi mi è capitata fra le mani la versione originale del romanzo di Kazuo Ishiguro The remains of the day che noi in Italia abbiamo tradotto Quel che resta del giorno. Il film omonimo con Hopkins e Thompson l’abbiamo visto tutti, immagino. Per quel che mi riguarda ho preso in prestito un frammento del titolo e le sue suggestioni per qualche flashback su Schmuck di quest’anno, a parte le grandi mostre e le selezioni ufficiali di cui vi ho già detto.

Le pennellate di Xenia Walschikow
Quindi facendo una personale lista, non esaustiva, di “quel che resta” (è passato solo un mese e mezzo eppure mi sembra lontanissimo!) ci sono al primo posto molti incontri simpatici, come è nella consuetudine di Monaco, e la mostra di un esercito di 50 artisti italiani, austriaci e tedeschi capitanati da Konrad Laimer alla bella galleria Carl Weishaupt su due piani. Valorosa impresa.

I lavori di Renate Heintze, Modern Classic 2017, nelle vetrine centrali della sezione ufficiale Schmuck 201
Interessante l’incontro con Xenia Walschikow (presente anche nella selezione Tecnica di Talente) che crea i suoi gioielli con pennellate di colore. La materia è proprio il colore, spesso senza alcun supporto, ma lavorato in modo da ottenere consistenza. Se avete presente i grandi foulard di lana russi con motivi a fiori vi salterà all’occhio a cosa questa artista si è ispirata ricercando nelle tradizioni popolari del proprio Paese.

L’occhio-fessura di Otto Künzli
Penetranti gli occhietti di Otto Künzli alla galleria Wittenbrink e divertente tog_ther!, la performance-installazione di sedie, come display per i gioielli. Appassionante l’anello di Gigi Mariani alla galleria Isabella Hund.

L’anello di Gigi Mariani
Andando poi in fiera: evviva gli stand della grandi gallerie come le olandesi Marzee e Ra, la svedese Platina. Come sapete ci sono lavori di molti degli artisti che espongono nelle selezioni ufficiali e tanti altri. Si possono guardare bene da vicino e spesso senza l’inconveniente del riflesso sul vetro. Ho detto spesso, non sempre perché per esempio la collana di Stefano Marchetti che ha vinto il Bayerische Staatspreis, ancora una volta quest’anno, era ben protetta nella teca di Marzee!

La collana di Stefano Marchetti che ha vinto il Bayerische Staatspreis

La medaglia d’oro, Bayerische Staatspreis è disegnata dal maestro Hermann Jünger

Un particolare della collana di Stefano Marchetti. Ricordate il lavoro sulla “impressione di sfumatura” sul metallo? Ecco qui, missione compiuta! Per saperne di più leggetevi il post del 5 febbraio
Termino le mie noticine ricordando che le vetrine centrali della selezione ufficiale Schmuck – dedicate come di consueto ad un Maestro del gioiello – hanno accolto quest’anno i lavori di Renate Heintze (1936- 1991) artista tedesca, che dal 1974 al 1991 è stata a capo della sezione gioiello del’Art College Burg Giebichenstein nella città di Halle. I suoi lavori, benché noti ad un ristretto pubblico di esperti, hanno dato un grande contributo al gioiello d’autore (trovate tantissimo su di lei in una pagina Wikipedia in tedesco).

Renate Heintze, spilla di papier maché

Renate Heintze

Renate Heintze

Renate Heintze

Renate Heintze
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