Una bella influenza!

Spilla Wallpieces di Claudia Steiner, che ha curato la mostra. La sua città è Vienna e questo lavoro si ispira ai murales tra il 1950 e 1970 e il concetto di “open air museum”

No non è una malattia quando la parola “influenza”, meglio ancora se al plurale e pure in inglese, diventa “influences” e rappresenta l’impatto che ha su di noi l’ambiente in cui viviamo. La città, il paesaggio campestre, l’acqua dei fiume, una strada acciottolata, un centro storico… Quello che ci circonda nel nostro quotidiano è parte della nostra vita , ci “influenza” e ci porta inevitabilmte ad interagire.

Le Tracce Urbane di Corrado De Meo sono il segno indelebile della sua identità culturale mediterranea.

SpacePotato di Elin Flognman. Acqua, tecnologia e storia industriale sono alla base delle normali attività quotidiane come mangiare…

Mad di Yoko Takirai e Pietro Pellitteri

Nelle spille Shadowland, Judy McCaig racconte le connessioni e le somiglianze tra la sua città di origine, Edimburgo e quella dove abita, Barcellona.

Questo è il tema della mostra Influences – Chi siamo ora? alla galleria Contemporary di Livorno fino al primo giugno per poi continuare la sua tournée a Firenze, Barcellona e Padova in ottobre. La prima tappa della mostra è stata Monaco di Baviera in marzo durante Schmuck ed è lì che io l’ho visitata e che ho scattato le foto qui pubblicate.

Barcellona è anche la città di Lluís Comín e da questa e la sua storia è “inflenzato” per la serie Barcino. Tre gli elementi: il diaspro usato per le costruzioni, la forma ottagonale dei suoi tipici isolati e la texture della pelle per rappesentare i suoi abitanti.

Lluís Comín

Gabi Veit presenta la collana della serie Macrophylla: ci si può interrogare se rappresenti dei crateri visti dall’alto, lichene, una formazione rocciosa…

In Terramarique di Stefano Rossi l’ispirazione viene dall’indefinito confine tra i paesaggi lagunari e quelli collinari dell’interno veneto, alla continua ricerca di un equilibrio e di una compensazione

Per Patrizia Bonati The great river è senza dubbio il Po. Profondamente parte della sua vita che per lei “la malinconia” è stata inventata sul Po: altrove è un’imitazione

Tredici sono gli artisti che hanno voluto raccontare e rappresentare con i loro lavori il genius loci dell’ambiente che li circonda : Claudia Steiner (Vienna, Austria), Corrado De Meo (Livorno, Italia), Elin Flognman (Trollhättan, Svezia), Gabi Veit (Bolzano, Italia), Gigi Mariani (Modena, Italia), Judy McCaig (Edimburgo, Scozia), Lluís Comín (Barcellona, Catalogna), Maria Rosa Franzin (Padova, Italia), Nicola Heidemann (Passau, Germania), Patrizia Bonati (Cremona, Italia), Stefano Rossi (Padova, Italia) e la coppia di designer Pietro Pellitteri e Yoko Takirai (Firenze, Italia/Tokyo, Giappone).

Maria Rosa Franzin, Casa: piccoli contenitori irregolari, ricettacolo quotidiano delle notre azioni vitali, passioni del passato nascoste ma non dimenticate.

Bas-relief. Per Gigi Mariani l’ispirazione arriva dai ritrovamenti di scavi archeologici di epoca romana fatti a Modena in una zona all’epoca esterna alla città. Tesori nascosti di una necropoli che tornano alla luce… suggestioni di segni rimasti sepolti dal tempo, memorie personali

 

La collana di Nicola Heidemann ispirata al ciottoli bagnati dal mare. Qui il lato A della collana.

 

E qui il lato B della collana di Nicola Heidemann! Altrettanto spettacolare.

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Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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