Fuori dalla confort zone, collettivamente

italy Rimettevo a posto in questi giorni il materiale del Parcours Bijoux 2107, l’ondata di multi-eventi attorno al gioiello contemporaneo cominciata a settembre 2017 e le cui ultime propaggini si sono allungate fino a gennaio 2018 con Bring it on alla Maison du Danemark. Tantissime sono state le mostre, nei luoghi più disparati dai musei alle cioccolaterie, tra le farfalle multicolori di un negozio di tassidermia oppure organizzate in luoghi storici come la Maison de Victor Hugo. Difficile riassumere.
france Quitter la zone de confort, tous ensemble
Je faisais de l’ordre ces derniers jours dans le matériel accumulé lors de Parcours Bijoux 2017, la vague d’événements autour du bijou contemporain commencée en septembre 2017 et qui ne s’est éteinte que fin janvier 2018 avec Bring it on à la Maison du Danemark. Les expos ont été très nombreuses, dans des lieux les plus inattendus, des musées aux boutiques de chocolatier, entre les papillons multicolores d’un taxidermiste ou encore dans des lieux historiques comme la maison de Victor Hugo. Difficile de résumer.

4+1 au delà de la zone de confort – Una delle quattro collane “manifesto” nella quale sono stati utilizzati i 4 stampi (uno di quali è in basso a destra della foto).

italy Tuttavia in questa fase di reset della mia scrivania e di una riflessione a distanza delle tante cose viste mi viene da prendere come esempio tre mostre  che hanno come punto comune il fatto di nascere da un progetto collettivo ben preciso di scambio, confronto, gioco, ma anche rischio e sfida (con se stessi) tra artisti di gioiello dalle sensibilità diverse. I risultati a volte sono spettacolari.
france Après réflexion, parmi les nombreuses expositions vues ces derniers mois, trois me tiennent particulièrement à cœur. Elles ont en commun de naître de projets collectifs bâtis sur l’échange, la confrontation, le jeux mais où la prise de risque et le challenge entre artistes de sensibilités différentes ne sont pas absents. Les résultats sont parfois spectaculaires.

4+1 au delà de la zone de confort. Tutto il progetto nasce da quattro stampi di gesso.

italy È stata una sorpresa emozionante la mostra 4+1 au delà de la zone de confort ospitata al piano superiore della boutique di Saint Sulpice del celebre maître chocolatier Patrick Roger. Il 4 si riferisce a quattro artiste ceramiste che abitano in quattro città diverse d’Europa: Edith Bellod, Virginie Bois, Núria Soley, Violaine Ulmer. All’inizio della storia non si conoscono “dal vero” ma hanno voglia di lavorare insieme… e c’è Skype che aiuta.
france L’expo 4+1 au-delà de la zone de confort – accueillie au premier étage de la boutique du célèbre maître chocolatier Patrick Roger à Saint Sulpice – a été une surprise riche d’ émotions. Le chiffre 4 se réfère aux 4 artistes céramistes vivant dans 4 villes européennes : Edith Bellod, Virginie Bois, Núria Soley et Violaine Ulmer. Elles ne s’étaient jamais rencontrées auparavant mais avaient envie de travailler ensemble… Skype a fait le reste.

4+1 au delà de la zone de confort. Altra collana collettiva!

Anche il chocolatier Patrick Roger si è divertito a giocare con gli stampi delle 4 artiste e il cioccolato!

italy 1 si riferisce alla regola del gioco che si sono date per realizzare, in un anno, i loro gioielli “unici” e “collettivi”: ciascuna crea un semplice stampo in gesso che prima utilizza per sé e che poi invia alle altre colleghe che lo usano secondo stile e ispirazione personali. Si ritrovano così a creare ciascuna quattro gruppi di gioielli 16 collane, 16 paia di orecchini, 16 spille, 16 anelli (incontestabile la moltiplicazione 4 artiste x 4 stampi=16). A questi si aggiungono le quattro “collane manifesto”, in cui gli elementi dei quattro stampi sono presenti:  per complicare le cose sono realizzate alla cieca secondo il principio del cadavre exquis. Un esercizio cervellotico? Non proprio: il risultato è affascinante soprattutto pensando che tutto nasce da quattro semplici stampi dei gesso.
france Le chiffre 1 comme la règle du jeu qu’elles se sont imposées pour réaliser, en un an, des bijoux uniques et collectifs : chacune a créé un moule en plâtre qu’elle a utilisé elle-même puis qu’elle a envoyé aux 3 autres qui l’ont utilisé à leur tour selon leur style et aspirations personnels. Chacune a donc réalisé quatre groupes de bijoux : 16 colliers, 16 paires de boucles d’oreilles, 16 broches et 16 bagues (incontestablement, 4 artistes x 4 moules = 16 bijoux). S’y ajoutent 4 colliers « manifestes » où les éléments des 4 moules sont présents. Pour compliquer davantage, les objets ont été réalisés à l’aveugle selon le principe des cadavres exquis. Le résultat est fascinant surtout si on pense que tout cela naît simplement de quatre formes de plâtre.

4+1 au delà de la zone de confort. La quarta collana realizzata secondo il principio del cadavere exquis

italy Altra mostra dal forte spirito collettivo è stata Materio Talk immaginata e curata da Sébastien Carré, ospitata per un mese (tra novembre e dicembre) nello spazio espositivo degli Ateliers de Paris con quattro coppie di artisti partecipanti. Ciascuna delle coppie ha lavorato su una tematica specifica: Akis Goumas e Marion Fillancq si sono cimentati sulle Bellezze Primitive; Peter Hoogeboom e Yiumsiri Vantanapindu sulle Culture Modulari; Tanel Veenre e Sébastien Carré sulle Simmetrie Organiche; Märta Mattsson e Marie Masson sulle Meraviglie Naturali. I temi imposti assai difficilini hanno richiesto un lavoro di riflessione personale. Una buona prima sfida con se stessi.
france Autre expo, au fort esprit collectif : Materio Talk imaginée et montée par Sébastien Carré, accueillie un mois dans l’espace d’expositions des Ateliers de Paris avec quatre couples d’artistes. Chacun des couples a travaillé sur un thème spécifique : Akis Goumas et Marion Fillancq se sont penchés sur les beautés primitives, Peter Hoogeboom et Yiumsiri Vantanapindu sur les cultures modulaires, Tanel Veenre et Sébastien Carré sur les symétries organiques, Märta Mattsson et Marie Masson sur les merveilles de la nature.

Sopra, la collana di Peter Hoogeboom realizzata secondo la parola “Preziosità”. Sotto, il braccialetto di Yiumsiri Vantanapindu che deriva dalla parola imposta da Peter, “Riflessivo”

italy Tanto per rendere il percorso ancora più accidentato gli artisti hanno dovuto realizzare un gioiello scambiandosi i materiali con il partner : per esempio Märta Mattsson ha spedito le ali di farfalla, con le quali è solita lavorare, alla partner Marie Masson che ha realizzato la spilla Talismano che vedete nella foto qui sotto. Stessa cosa per Märta che si è trovata a creare un collier utilizzando le piume d’uccello di cui Marie è una specialista.
france Pour rendre le chemin encore plus périlleux, les artistes ont dû réaliser le bijou en échangeant des matériaux avec leur partenaire : par exemple, Märta Mattson a envoyé les ailes de papillons avec lesquelles elle travaille d’habitude à sa partenaire Marie Masson qui a réalisé la broche Talisman visible dans la photo ci-dessous. Même chose pour Märta qui a réalisé un collier en utilisant les plumes d’oiseaux dont Marie est une spécialiste.

La spilla di Marie Masson realizzata con i materiali spediti da Märta Mattsson

La spilla di Märta Mattsson che si è ispirata alla parola “Insectomania” dettata da Marie Masson

italy E c’è pure la terza sfida a base di “scambi di parole”: un gioiello da creare avendo come ispirazione una parola “imposta” dal proprio partner. Per esempio Tanel ha lavorato su “Barocco”, suggerita da Sébastien e quest’ultimo su “Irrazionale”, dettata dal suo partner. E così via: Peter Hoogeboom ha avuto come ispirazione “Preziosità” ed ha suggerito in cambio alla sua collega Yiumsiri Vantanapindu la parola “Riflessivo”. In conclusione lo scambio ha aperto gli orizzonti a nuove sperimentazioni e ha dato stimoli inattesi!
france Il y a même un troisième défi à base d’échanges de mots : créer un bijou à partir d’un mot imposé par le partenaire. Par exemple, Tanel a travaillé sur le mot « Baroque », suggéré par Sébastien et ce dernier sur « Irrationnel » proposé par son partenaire. Quant à lui, Peter Hoogeboom a du s’inspirer de « Préciosité » et a suggéré à sa collègue Yiumsiri Vantanapindu le mot « Réflexive ». En conclusion, l’échange a ouvert de nouveaux horizons, donné l’occasion de nouvelles expérimentations et s’est donc révélé être un puissant stimulant à la création !

Sopra, il bracciale di Akis Goumas creato con i materiali forniti da Marion Fillancq. Sotto, il dorsale di Marion dettato dalla parola imposta da Akis, “Sparagmata” (Frammenti).

Il collier di Tanel Veenre che ha avuto come ispirazione la parola “Barocco” di Sébastien Carré

Il collier di Sébastien Carré realizzato con i materiali di Tanel Veenre

italy Terzo progetto collettivo interessante è racchiuso in una parolina, “Tzubodo”. Non significa nulla di per sè (forse fa pensare a un simpatico personaggino da cartoni giapponesi) ma sintetizza i nomi di Tzuri Gueta, Philippe Bouasse e Dominique Muller. Tre amici e colleghi che secondo le proprie diverse esperienze e sensibilità hanno voluto immaginare una nuova “entità” che unisce gioiello contemporaneo e haute joaillerie: le creazioni di Tzuri Gueta in pizzo di silicone incontrano le pietre preziose e trasformano il classico anello “di fidanzamento” in qualcosa di innovativo, ironico e trasformabile.
france Un troisième projet collectif intéressant tient dans un simple mot, « Tzubodo ». Ce mot ne veut rien dire de particulier (il pourrait faire penser à un personnage sympathique de dessin animé japonais) mais il est la contraction des noms de Tzuri Gueta, Philippe Bouasse et Dominique Muller. Trois collègues et amis qui, inspirés par leurs expériences et sensibilités ont voulu imaginer une nouvelle « entité » associant bijoux contemporain et haute joaillerie : les créations de Tzuri Gueta en dentelles de silicone rencontrent les pierres précieuses et transforment la très classique bague de fiançailles en quelque chose de nouveau, d’ironique et de transformable.

Il progetto Tzubodo, nella vetrina di Tzuri Gueta lo scorso settembre in occasione di Parcours Bijoux 2107

I “fiori” di silicone per trasformare l’anello classico secondo il progetto Tzubodo

Sopra, la mostra 4+1 au delà de la zone de confort

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

Related Posts

Discussion about this post

Leave a Reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.