Angelo Verga: emozioni di jeans
Volevo sentirmi molto trasgressiva e sulla finestra di camera mia avevo attaccato l’adesivo della pubblicità Jesus Jeans: una ragazza in super mini short di jeans sentenzia, volgendoci la schiena, “Chi mi ama mi segua”. Era il 1973, avevo nove anni e la foto era di Oliviero Toscani. Scalpore.
Mi è venuta in mente questa cosa perché volevo parlarvi del lavoro di Angelo Verga e del suo progetto My Jeans. Non che io ed Angelo condividiamo gli stessi ricordi, anche perché lui nel ’73 era ben lungi dall’essere nato, ma certo è che il “jeans” evoca una svariata serie di immagini, sensazioni, aneddoti. Personali e di cultura comune.
Tessuto quotidiano e amico, portatore di storie personali, oggetto culturale, rivoluzionario o consensuale: dite quello che vi pare ma il jeans non ci lascia indifferenti e ha in sé – trovo – una buona dose fascino. In questa parola ognuno veda la sfumatura che più si avvicina alla propria sensibilità.
Ma vengo ad Angelo Verga che attraverso il jeans ha trovato dopo tanto studio e ricerca un modulo di espressione molto interessante e che sicuramente, e rimanendo in tema, mi ha affascinato.
Il “jeans” è la materia prima forte e universale con la quale Angelo Verga crea un inedito materiale che gli serve per realizzare i gioielli: gli strati di tessuto sono imbevuti nella resina e pressati. Il risultato è una specie blocco di legno.
In questa roccia stratificata di sfumature si percepiscono piccoli “fossili” metallici, vestigia di cerniere lampo e rivetti. Una materia dura ma concettualmente duttile e ricca di vissuto dalla quale escono, tra le mie preferite, spille concave lisce al tatto nelle quali il tessuto si fa quasi dimenticare per lasciare spazio ad un effetto di pennellate sulla tela.
Il sottotitolo della collezione è “Undress me and dress me”. Svestirsi e rivestirsi. Un jeans addosso o buttato per terra (tanto non se ne ha a male) e poi rinfilato in fretta. Un bottone slacciato, una zip chiusa a metà. Uno stappo qui, una tasca scucita. Angelo Verga si fa portavoce di tutti questi piccoli gesti, sensuali e ordinari zumando su una zip, un’impuntura gialla, un risvolto.
Tutte le immagini sono fanno parte del progetto My Jeans – Undress my Dress me di Angelo Verga
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