Schmuck 2016 – Belle atmosfere / Beautiful atmospheres
Entrare in un ambiente accogliente. Trovare i colori familiari e confortanti. Il parquet che scricchiola, i mobili old-fashioned solidi ed eleganti. Una mostra dove trovano il loro posto i “paesaggi domestici”, dipinti ognuno a modo suo, da Bettina Speckner e David Clarke alla galleria Christian Pixis di Monaco.
Coming into a cozy place. Finding familiar and comforting colors. The creaking wood floor, the old fashioned, solid and elegant, furniture. At the Christian Pixis Gallery in Munich, Bettina Speckner and David Clarke find the perfect setting to have their take on “domestic landscapes”.
Bettina Speckner usa una delle sue tecniche preferite, la fotoincisione, per raccontaci di un’orchidea o di una pigna, di un mazzo di chiavi o di computer portatile aperto, di una catasta di legna in una radura o di un portafrutta sul tavolo attribuendo invariabilmente ad ogni soggetto lo stesso identico valore, la stessa identica attenzione grafica.
Bettina Speckner uses one of her favorite techniques, photo etching, to tell us about an orchid or a cone, a bunch of keys or an open laptop, a pile of wood in the clearing or a fruit dish on the table, all by giving each subject the same value and the same graphic focus.
David Clarke espone nel trumeau di casa, le vestigia di un mondo domestico esaltate nella loro essenza di forma, ma svuotate della loro funzionalità. Non importa, stiamo sognando. Lasciamo sfilare davanti ai nostri occhi consunte tazze di peltro impilate e smangiucchiati cucchiaini da dolce, piattini affaticati come se il tempo ci si fosse appoggiato sopra.
David Clarke uses the home trumeau to show the traces of a domestic universe, glorified in their shape essence, but emptied of their functionality. It doesn’t matter, we are dreaming. Let us watch with our own eyes this parade of piled up worn-out pewter mugs and nibbled dessert spoons, dishes that are tired as if time was resting on them.
Questi mobili, Quel trumeau, mi riportano indietro nel tempo, rammentando le vestigia di quel piccolo mondo antico nel quale sono cresciuto.