
IL’humor inglese è imbattibile. Basti un esempio per tutti: il saggio
Getting up on cold mornings di Leigh Hunt che avrà scritto credo nei primi anni del 1800. In questo contesto a dire il vero non c’entra niente, ma c’entrano gli inglesi e la loro proverbiale imperturbabile flemma. E ora vi dico perché.

Ieri mattina arrivando alla conferenza stampa sulla mostra di Kunzli di cui vi ho appena parlato vedo questi alberi “fotografici” che avete qui. Che vuol dire? Boh. Poi in conferenza stampa scopro dal discorso del direttore della Pinakothek del Moderne, Florian Hufnagl come sono andate le cose. Il Royal College of Art di Londra era stato invitato ad esporre in concomitanza con la mostra di Künzli. ma data l’urgenza dei lavori di ristrutturazione del museo il direttore tedesco era stato costretto a informare i professori del Royal College che purtroppo non ci sarebbe stato più spazio per i lavori degli studenti. Quindi niente mostra. Nessuno si è scomposto. Gli studenti – è stato risposto da Londra – si sarebbero occupati di trovare una soluzione creativa e soddisfacente.

Gli ippocastani che circondano il museo (e questi per fortuna non soggetti a lavori di ristrutturazione) sono il risultato di questa creatività e ironia. Sono i portatori della mostra in forma fotografica dei progetti degli studenti del RCA. Titolo azzeccato
Saplings. 360° vision. ovvero alberelli o giovani arbusti (leggi: giovani). Cosa meglio di questo?
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