
Otto Künzli è un concetto. E come faccio io ora poverina a parlarvi in poche righe del Professor Otto Künzli (una potenza nel mondo del gioiello contemporaneo) che da vent’anni è il nume del gioiello all’accademia di Monaco e di quasi tutto ciò che di importante accade qui. E non solo qui.

Otto Künzli, nato nel 1947 a Zurigo, e allievo di Hermann Jünger è un concetto nel senso che sta sopra, è trasversale, onnipresente, onnicomprensivo. Il suo lavoro di tutta una vita – che è in mostra da oggi alla Pinakothek der Moderne in un padiglione provvisorio dati i lavori in corso al museo – è qui rappresentato nella sua prima retrospettiva che include circa 200 gioielli e gruppi di oggetti praticamente dall’inizio della sua carriera ad oggi. Il catalogo è un librone tipo vocabolario.

La mostra che potrete vedere fino al 7 aprile a Monaco sarà poi a Losanna nel 2014 e a Tokyo l’anno successivo.

Otto Künzli è quello del puntino rosso; della sfera d’oro nascosta nel bracciale di gomma, del un cubo d’oro di un centimetro, delle spille tappezzeria , dei pendenti graffiati, delle maschere di “topolino”, delle fedi usate. Il risultato è sempre minimalista, netto, per dire ciò che è da dire e basta.

Pubblico qui molte foto che avrebbero ognuna bisogno di una spiegazione, o forse no. Da sapere c’è che dietro ad ogni segno ad ogni oggetto che sembra “semplicemente” quello che è, c’è sempre un motivo, un perché, una scelta. Un concetto.
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