The Beauty Chase – I testi del catalogo 4
Quarta puntata del catalogo per la mostra The Beauty Chase, Espace le Carré, Lille (16 novembre 2012- 13 gennaio 2013.
Giampaolo Babetto
Un triangolo, un rettangolo, un cerchio, una retta che sfreccia attraverso, tanti piccoli cubi. Difficile immaginare una geometria così fortemente effervescente e passionale come quella di Giampaolo Babetto. La costruzione dei solidi segue una armonia e un equilibrio talmente perfetto da potersi permettere di camminare sull’orlo del baratro. È il colore che delimita il precipizio: che rende il percorso una avventura degna di un funambolo. È’ il colore compatto o trasparente, ma sempre avvolgente, che apporta una profondità abissale all’opera, che si nasconde all’interno sotto forma di pigmento, per suggerire un’ombra, un’aura, un riflesso.
Peter Chang
Plastica. Ci si potrebbe fermare qui e lasciare tutto il resto agli occhi e all’immaginazione dello spettatore. Parole, aggettivi, spiegazioni, commenti potrebbero sciupare e contaminare l’impatto strabiliante che le opere di questo artista inglese, di padre cinese, provocano a prima vista. Sono realizzante in una brillante e luminosa resina con una sua tecnica peculiare a strati e con un cuore di poliuretano rinforzato di fibre di vetro. Ogni sua opera è un essere indimenticabile e irripetibile dai colori e dalle forme che ora ammiccano a ipotetici abitanti di fondali oceanici ora vogliono suggerire un piccolo elettrodomestico trasformato in capostipite di una nuova specie arrivata da chissà dove.
Bettina Speckner
Una nostalgia struggente e senza tempo colora di una patina antica il lavoro di Bettina Speckner. Sono fotografie di oggi e di ieri, frammenti di immagini, un tronco, un vaso di fiori, una foto di gruppo… Momenti impercettibili di vita che l’artista declina utilizzando tre tecniche diverse di fotografia: la fotoincisione su zinco e la smaltatura sono entrambe impiegate su immagini che lei stessa realizza Per la ferrotipia (utilizzata alla fine dell’Ottocento su ferro, appunto, prima del dagherrotipo) l’artista si serve di lastre d’epoca sulle quali interviene trasformandole e cambiando il corso della vita dei personaggi che le abitano.
Nel Linssen
Quando ci si accosta al lavoro di Nel Linssen è difficile capire subito che si tratta di carta. O meglio, ci se ne rende conto, ma si stenta a crederlo. Eppure è così. Da anni l’artista olandese crea opere estremamente complesse e leggere utilizzando questo materiale di elezione con il quale ha uno stretto rapporto di fiducia: le permette di lavorare con naturalezza con un approccio personalissimo ed empirico che parte dall’idea e guida la mano. In mostra alcuni pezzi storici che la hanno resa celebre, come il grande braccialetto a zig zag del 1986.
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