
A volte è solo questione di prima impressione. Di circostanze fortuite. Dello sguardo che si posa più su un oggetto che su un altro. All’inizio è un gioco. Poi diventa una caccia. Peggio ancora se dopo un po’ ti rendi conto che a dare la caccia non sei tu, ma è la “preda” che gioca a nascondino.

Forse pensandoci bene è anche il “meccanismo” che “anima” il collezionista (proprio così, con queste due parole che indicano metodica passionalità). La caccia è permanente. Si deve stare in guardia, per non perdere di vista una preda birichina.

Anch’io ho giocato questa volta e assolutamente per caso per un safari (solo fotografico), che va dalla scultura al gioiello in giro per le sale della Saatchi Gallery. L’idea me l’hanno data questo orsetto “ananas” e il suo fratellino a fiori: un buon primo passo primo e poi il tasso, i levrieri, e poi la lepre e l’iguana…

Straordinaria: una grandissima “scultura” da sospendere al soffitto, fatta di carta giapponese ritagliata. L’artista giovanissima, Nahoko Kojima
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