Tra le vigne…
Sui colli piacentini oltre al vino buono, alla cucina da svenire e all’ospitalità calorosa c’è in questi giorni anche una mostra di gioielli. Io ci sono stata per far parte della giuria che ha assegnato un riconoscimento (anzi più di uno) alle creazioni ispirate al vino, alla sua effervescenza (qui è zona di bollicine), al lavoro e alla cultura che ci sono dietro. La mostra si chiama Gioielli… in fermento è a Fornello di Ziano Piacentino, fino al 30 giugno, ospitata nel casale Torre Fornello dove – per sintetizzare – si produce vino e si vuole bene all’arte! Questi i creatori che hanno partecipato:
Graziano Barzetti, Katarina Cudic, Corrado De Meo, Cadia Erre, Nicoletta Frigerio, Rosaria Gallotti, Heidemarie Herb, Raffaele Irace, Gigi Mariani, Ariel Matias Ortega, Alessandro Petrolati, Gianni Riva, Maurizio Stagni, Patrizia Bonati, Nicoletta Dal Vera, Francesca Di Giamberardino, Caterina Espa, Francesca Gabrielli, Roberto Grimani, Annamaria Iodice, Aline Kokinopoulos, Eliana Negroni, Stefano Pedonesi, Marco Picciali, Maddalena Rocco.
La filosofia è quella del fare insieme, del condividere, e creare, perché no, eventi: nello stesso spirito del progetto Gioiello Modulare (di cui molti artisti in mostra fanno parte) ovvero quella collana formata da 24 elementi di cui avevo già parlato l’estate scorsa quando la vidi la prima volta esposta a Senigallia e che in questa occasione è di nuovo presente come “ospite d’onore”…
I gioielli sono esposti sulle botti (forse non è il nome tecnico!) e in piccole cassette di legno su due piani nel casale e persino nella piccola chiesa adiacente. Varietà di stili, materiali e tecniche utilizzati. Dal bracciale di stoffa macchiata di vino di Stefano Pedonesi alla collana che utilizza tappi di sughero di Ariel Matias Ortega ai tralci invernali in porcellana bianchissima di Nicoletta Dal Vera.
Ma ora i vincitori. C’è stato il voto del pubblico – presente sabato il giorno dell’inaugurazione – che ha attribuito il riconoscimento a Gianni Riva e alla sua collana di ametista e oro.
E poi quello della giuria che si è data tre criteri per valutare l’insieme dei pezzi presentati da ogni autore. Quindi tre premi. Quello per l’originalità è andato a Gigi Mariani di Modena per il suo lavoro sull’effetto arrugginito e ossidato che ricorda i ferri rudimentali per lavorare la terra, la fatica, la forza. Per la coerenza con il tema della mostra la giuria ha premiato Aline Kokinopoulos e i suoi tre anelli semplici in argento e rame Le tre stagioni dei sarmenti che con un impatto visivo minimale colgono il senso ciclico della vigna. Poi il premio a chi ha saputo raccontare una storia e svilupparla in momenti temporali ed emozionali: lo ha vinto Nicoletta Frigerio con un percorso tra l’argento e il bronzo della “zolla di terra”.
Doverosa aggiunta. La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Claudio Franchi (maestro orafo e critico) con una introduzione che racconta i legami tra il fare antico e artigiano e la creatività in costante fermento in una giustapposizione tra la cultura della vigna e l’estetica innovativa del gioiello. Vi segnalo in particolare i testi esplicativi dedicati a ogni autore, utilissimi da leggere, quasi come guida, lungo il percorso della mostra per capire in maniera più approfondita le opere.
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