Schmuck Monaco: italianità 2.0
Vi ho parlato dei Francesi e delle Svedesi, dei Giapponesi, Finlandesi, Tedeschi, ovviamente, Slovacchi e Coreani… Ma gli Italiani, direte voi. Ci sono, ci sono e tutt’altro che addormentati. A Monaco si manifestano con una mostra alla Galerie Isabella Hund (Frauenplatz 13, in pieno centro) fino al 9 aprile. Il titolo (proprio in italiano) è Nuove direzioni del gioiello contemporaneo italiano e ha un sottotitolo: 9 Goldschmiede aus Italien (9 orafi dall’Italia).
Dal titolo si evince subito il fatto che si vuole trovare un comune denominatore al lavoro dei 9 artisti e in più che questo “marchio di fabbrica” sia connotato come “italianità”. Già solo il sottotitolo individua una peculiarità, dice: “Goldschmiede” e utilizzare la parola orafo, nel modo del gioiello contemporaneo non è certo qualcosa di scontato. Tradizione “metallica” (ho detto metallica, non metallara, anche se, perché no…) quindi il rapporto privilegiato con l’oro (anche l’argento c’è comunque), l’innovazione che si fa in modo più “silenzioso” ma profondo attraverso la rivisitazione originale di tecniche antiche (vedi niello, granulazione solo come esempi in generale). E non da dimenticare il valore imprescindibile della perizia artigianale. Sono Adrean Bloomard, Patrizia Bonati, Lucia Davanzo, Elisabetta Duprè, Maria Rosa Franzin, Rita Marcangelo, Maurizio Stagni, Fabrizio Tridenti, Stefano Zanini.
I 9 artisti si trovano in questa corrente (che è nata ed è divenuta famosa grazie a grandi maestri di Padova e dell’Istituto Pietro Selvatico) ma che oggi non è più concettualmente limitata a quella zona geografica e ne è prova il fatto che tra i 9 solo Maria Rosa Franzin e Lucia Davanzo siano strettamente legate a Padova. Per gli altri la formazione spazia da Vasto a Roma a Trieste e naturalmente all’estero. Come dire: il concetto “padovano” è ormai digerito e profondamente assimilato da tutti o quasi, ma siamo andati avanti. Questi artisti sono in numero sufficientemente cospicuo da formare una generazione che a mio parere si può arricchire con altri nomi oltre ai 9. Una Generazione 2.0 del gioiello italiano (tutti sopra i 40 anni comunque!). Fanno cose diverse gli uni dagli altri, pur avendo il comune denominatore di cui ho appena parlato, che resta una sorta di nota di fondo che non emerge mai troppo in superficie.
Un bel testo di Maria Cristina Bergesio (coautrice del Dizionario del gioiello italiano, tra l’altro) corredato da ritratti dei 9 artisti che indossano i loro gioielli e immortalati in luoghi padovani lo potete vedere sull’ultimo numero (1-2011) del periodico tedesco Art Aurea (con traduzione in inglese alla fine), dove troverete anche molti approfondimenti sul panorama del gioiello internazionale.
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