I fantasmi e lo zucchero
Sempre della serie visto al Handwerksmesse di Monaco vorrei segnalare due artisti (entrambi provenienti dalla scuola di gioiello di Birmingham) che hanno attirato la mia attenzione.
Il primo, Yi Liu è cinese e ha un modo tutto particolare di esorcizzare la morte riferendosi al gusto estetico vittoriano che aveva portato in auge l’uso dei gioielli da lutto. Il suo colore di base è dunque il nero (a volte anche il grigio) contrastato da “figurine” bianche ed enfatizzato dall’oro o dal rame ai quali ama attribuire un effetto mangiucchiato e precario.
Trovo davvero interessante l’uso di una simbologia un po’ macabra e gotica non tanto per il soggetto – che non è una novità (soprattutto il teschio, pensate a Damien Hirst) – ma per la sua capacità di utilizzarla a mo’ di apparizione sfuggente, impronta, eco, fantasma appena visibile. A volte addirittura reperto fossile, come il caso dello scheletro trattato come un’ammonite.
Due parole su Natalie Smith, inglese, che mi ha affascinato per l’immediatezza e l’armonia dei suoi gioielli belli da guardare. I suoi cristalli di zucchero esprimono in modo completamente diverso il senso di precarietà (rispetto a Yi Liu): sono arcobaleni pieni di luce e di sfumature pur suscettibili di liquefazione. Non a caso Natalie ha avuto una menzione speciale della giuria nella sezione Young 2010 di Preziosa (l’evento culturale di gioiello che si svolgeva all’inizio a Lucca).
Yi Liu notevole!