A Vienna, Lione e Parigi
Allora tutti a Vienna dove si inaugura stasera la mostra dedicata ai venti anni di attività della Galerie Slavik. Resterà aperta fino al 29 gennaio 2011. Con l’occasione è stato pubblicato il volume Art meets jewellery, edizioni Arnoldsche. In copertina un anemone di mare di Miriam Hiller, una artista tedesca under 40 di cui avevo visto quest’estate dal vero una piccola spilla arancione molto simile a questa. Gli artisti rappresentati e quindi immagino esposti, sono moltissimi. Ne cito solo alcuni, tra gli italiani: Annamaria Zanella, Stefano Marchetti, Bruno Martinazzi, Giovanni Corvaja, Barbara Paganin…
Andiamo invece a Lione dove si apre sempre stasera una mostra dedicata all’artista francese Claude Chavent al quale in questo blog ho dedicato un lungo articolo il primo ottobre. Per lui giochi di prospettiva di oro e nero, false profondità, geometrie raccontate nelle opere esposte alla galleria Il était une fois des créateurs (21, rue Sergent Blandan) fino al 31 dicembre.
Passiamo poi a Parigi dove la Galerie Hélène Porée (1, rue de l’Odeon) dal 9 al 30 novembre dedica una mostra al tedesco Peter Bauhuis. Il titolo è bello: Outis. Ovvero Nessuno, in greco antico. Quello moderno non so. In realtà andrebbe scritto così: οὔτις. Ci ho messo dieci minuti a cercare la parola sul vocabolario Rocci (erano più di trent’anni che non lo prendevo in mano). Insomma dicevo, vuol dire Nessuno, come rispose Ulisse al ciclope Polifemo accecato, che gli chiedeva il suo nome. Ovvero false generalità di stampo mitologico. Si tratta quindi di gioielli e ceramiche ispirate all’archeologia dei vasi greci in perfetto stile “scavo” come piace a Bauhuis. E se poi volete giocare con le parole e chiedete di chi sono le opere, niente di più normale di sentirvi rispondere: Nessuno.
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