Facciamo il Rinascimento, oggi!

Annamaria Zanella, spilla Frammento, 1997

È qualche anno che seguo le vicende del Museo degli Argenti di Firenze e della sua collezione permanente di gioiello contemporaneo. Anzi ho inaugurato proprio questo blog con un pezzetto sul catalogo (Gioiello contemporaneo due) dedicato all’ampliamento della collezione inaugurato a giugno 2010. Il progetto della creazione di una sezione “contemporanea” è partito completamente da zero tre anni fa ed è stato condotto dal direttore del museo, Ornella Casazza.

Paolo Marcolongo, spilla Al caro Mies, 2003

Comincio col dirvi che cosa è finalmente oggi. Il Museo degli Argenti è dentro Palazzo Pitti (entrando nel cortile, girare a sinistra!). Al piano terra normalmente ci sono le mostre temporanee e altre opere antiche tipo lavori in avorio strabilianti. Si salgono le scale e al mezzanino quelle che ci interessano sono le ultime due sale. La seconda è stata allestita da poco e la collezione riorganizzata. Anche perché per alcuni artisti è cresciuto il numero dei pezzi esposti (come per Giampaolo Babetto). Belle vetrine chiare, foderate di seta rosa, ben illuminate (salvo qualche sbalzo di tensione ogni tanto…). Per l’appassionato che volesse soffermarsi a lungo c’è tutta la calma del mondo e persino una panca comoda per fare una pausetta durante la visita. Un centinaio di nomi. La grandissima maggioranza italiani. Molti gravitano su Firenze e la Toscana, ma ci sono anche quasi tutti i “padovani”, alcuni celebri come scultori (Igor Mitoraj e Bruno Martinazzi), alcuni straordinari maestri come il marchigiano Claudio Mariani. Ma non sto qui a farvi tutto l’elenco. Vi consiglio la lettura dei due cataloghi (editi da Sillabe) che sono ricchissimi di dettagli e di informazioni a volte direi persino appassionanti e un po’ mitologico–avventurosi sulla storia delle opere in esposizione. Indispensabile comunque vederle con i propri occhi: altro effetto dal vero rispetto alle foto del libro.

Fabrizio Tridenti, anello Biglia, 2007

Insomma il Museo gli Argenti ha avuto su di me l’“effetto “miracolo”. Lo dico, visto la situazione dei musei in Italia e soprattutto delle collezioni di arte contemporanea. Budget per le acquisizioni, “chi era costui?”. Ed eccoci infatti: le opere sono state donate direttamente dagli artisti selezionati dal museo. Pochissime sono le acquisizioni che si contano sulle dita di una mano e sono state possibili grazie al mecenate di turno, la Cassa di Risparmio di Firenze.

Nino Franchina, collana a collare, 1972

Urge per me andare a incontrare Ornella Casazza storica dell’arte e come vi ho detto direttore del museo fino al 31 agosto di quest’anno (ora è guidato da Maria Sframeli). Donna che, secondo me, con una volontà che le invidio e una passione – che condivido­ – per il gioiello contemporaneo è andata dritta all’obiettivo. “Ridare fiducia agli artisti, agli artigiani che si sono in questo modo sentiti riconoscere ufficialmente la loro arte”. È stato un po’ questo il senso del suo lavoro di questi ultimi anni. “Sì, io penso che il museo abbia dato un impulso, che abbia risvegliato questo settore”. La sua riflessione è che al livello museale e non solo, “l’Ottocento non era ancora finito per il gioiello”… Ci voleva una ventata di nuovo che venisse anche da una istituzione del genere e da una città legata alla tradizione. “Tutto è cominciato da Firenze, certo: abbiamo prima guardato il territorio circostante che comunque ha fama in tutto il mondo di essere luogo d’arte. E poi piano piano siamo andati a vedere che cosa c’era più lontano”.

Claudio Mariani, Spilla Ricerca luminosa n.5, 1973

Insieme sfogliamo i due cataloghi che mi sono portata. A ogni pagina un cenno con il capo, un fiume di ricordi che si percepisce appena da un sorriso abbozzato. Ogni oggetto ha la sua storia personale. La fatica, la volontà per averlo. Alcuni pezzi in collezione nascono da incontri, da coincidenze come i gioielli Bulgari. Faccio domande su alcune scelte per me un po’ insolite come le creazioni di perline Aprosio oppure quelle firmate Giuggiù di Angela Caputi che Ornella Casazza illustra come “realtà locali interessanti e momenti di artigianato qualificato di tradizione che hanno il sapore di pezzo unico”.

Museo degli Argenti, Firenze

Yoko Takirai, anello Tig, 2004

Le chiedo come nasce l’idea, in un museo che custodisce il tesoro Mediceo, di passare da tutto questo antico a tutto questo contemporaneo. “È assolutamente naturale, è un portare avanti il processo storico in un flusso che non doveva interrompersi. Inoltre il fatto di avere nelle nostre sale il tesoro dei vari membri di casa Medici è una spinta in più. Loro erano davvero capaci di intendere la contemporaneità. L’uomo moderno forse non ha più le chiavi per comprendere l’oggi”.

Stefano Marchetti, spilla, 2007

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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3 Discussion to this post

  1. […] del museo fiorentino se non sbaglio a partire dal 2007. Con grande piacere vi ripropongo il post del 2010 naturalmente pubblicato qui sul […]

  2. […] non a caso al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti trova posto una ricca collezione permanente di gioielli contemporanei, e mi lusinga sottolineare che tra gli autori che hanno partecipato alle […]

  3. […] non a caso al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti trova posto una ricca collezione permanente di gioielli contemporanei, e mi lusinga sottolineare che tra gli autori che hanno partecipato alle […]

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