I gioielli di Edmond

Edmond è un signore, certo, un signore francese molto chic e colto, compositore e mecenate che fu proprietario del Palazzo Contarini Polignac (appunto) a Venezia nei primi del Novecento. Edmond – per la precisione geografica – à Venise è oggi il concept store del Palazzo per il quale ho curato un progetto-mostra in occasione dell’ultimo Venice Design Week.

Catherine Le Gal
Tre creatrici, tra l’Italia e Parigi hanno immaginato ciascuna una collection capsule ispirandosi ovviamente a Venezia e al Palazzo. Catherine Le Gal, con il suo stile essenziale e trasformista ha preso ispirazione dai remi per il lungo orecchino singolo. I muri scrostati dal tempo hanno ispirato gli orecchini double face il cui colore è “graffiato” su un lato. La palette variopinta di un pittore o di un Arlecchino compare sui braccialetti.

Catherine Le Gal
Catherine Le Gal vive a Parigi. Dopo studi di Economia e un MBA alla Boston University, dal 2004 si è dedicata alla sua passione, la creazione di gioielli, studiando prima a Parigi poi in Nepal le tecniche tradizionali Newar e continuando a imparare presso maestri orafi internazionali. Ama materiali come acciaio e bronzo spesso trasformati nel colore e nella texture grazie a patine, lacche, pitture industriali per un effetto finale “consumato” dal tempo. I suoi gioielli sono spesso componibili e intercambiabili.

Robin Clerici
Robin Clerici, ha lavorato sui motivi floreali delle tappezzerie veneziane e sulle corolle dei lampadari di Murano per creare una declinazione di grandi fiori di bronzo per gli anelli, gli orecchini e i girocollo. L’ape, che produce il miele persino in Laguna, è diventato il piccolo portafortuna simbolo della sua capsule.
Robin Clerici vive a Roma. La sua espressività eclettica si manifesta attraverso la pittura, la fotografia e la creazione di gioielli, Jewelsculptures, realizzati con la tecnica della cera persa. Si è formata all’Accademia di Costume e Moda di Roma lavorando poi come costumista per cinema e teatro. Infatti il gusto per le stoffe preziose si ritrova in particolare nei suoi gioielli in bronzo caratterizzati da una ricchezza dei volumi che ricordano le pieghe e le superfici del broccato.

Sylvie Doagio
Sylvie Doagio per creare questa capsule ha ricercato nella storia dell’arte scegliendo poi di lasciarsi ispirare dalla pittrice e miniaturista veneziana (e amata a Parigi) Rosalba Giovanna Carriera e dai suoi ritratti di dame del Settecento. È nato così un personaggio-scultura immaginario, una Ninfa Veneziana con ventaglio e piccola maschera che le copre il volto.
Sylvie Doagio, italo-francese, vive a Parigi da molto tempo, ma Genova e Firenze restano nel suo cuore. Gli anni di studio in Storia alla Sorbona hanno influenzato il suo approccio e metodo anche quando si è trattato di dedicarsi totalmente alla nascita della linea di gioielli Doamabijoux dopo una formazione specifica in gioielleria. I suoi gioielli nascono da una ricerca su un personaggio storico, un’immagine nell’arte o da una lettura originale dei simboli della mitologia, come la torre di Babele, o di elementi della cultura comune come il puzzle.
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