Un fiore diventa roccia
Seguo da qualche anno il lavoro di Robin Clerici, romana e multiforme nell’espressività (fotografa, dipinge e non si ferma alla tela…). Io mi sono occupata soprattutto del suo lato gioiello che è “sbocciato” con i primi anelli peonia, ranuncolo, ortensia, dalia. Grandi e per nulla leziosi.
Da queste piccole sculture di bronzo (qualche volta d’argento) e dense di materia piano piano ha cominciato a modellare “disintegrando” la compattezza alla ricerca di un’estetica più astratta. In questo blog qualche anno fa avevo ribattezzato questi lavori “fiori maltrattati” nei quali è ormai difficile intuire anche solo l’ombra di bouquet.
La scorsa settimana ho avuto il piacere di curare una mostra di Robin Clerici a Parigi, ospite della boutique del noto marchio francese di borse Jamin Puech di rue Madame.
Per l’occasione, oltre ai pezzi che ripercorrono gli ultimi anni, l’artista ha presentato, sempre nel tema del contrasto tra compettazza e disgregazione, lavori che ricordano la roccia porosa o ancora bracciali scultura dai quali sembrano emergere piccole pepite d’oro luminose.
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