
Non so proprio da che parte cominciare per raccontarvi della mostra dell’artista americano Thomas Gentille (nato in Ohio, ma a New York dal 1961) tra i fondatori della “studio jewelry” e oggi gloriosamente ottantenne. Io l’ho incontrato ieri per la prima volta alla Pinakothek der Moderne di Monaco che celebra questo compleanno “offrendogli” questa mostra dove sono esposti 180 pezzi, ma anche disegni e un filmato realizzato dall’artista sulle due città del cuore New York e… Monaco.

Innanzitutto un incontro, una chiacchierata a due, dicevo, cominciata non a proposito del suo lavoro, ma del suo cognome siciliano che effettivamente ha preso una elle in più rispetto all’originale Gentile nel tentativo (vano?) che la pronuncia in inglese si avvicinasse il più possibile a quella nostrana (italiana). Da questioni fonetico-glottologiche siamo scivolati a parlare del tempo (non meteorologico), delle parole, dei titoli…

La mostra qui a Monaco si chiama “Untitled”. Un titolo che gli calza a pennello poiché non solo nessuna delle sue opere ne ha uno (tranne 2 o 3 eccezioni) ma neppure l’ombra di una data è presente nelle didascalie! Brivido freddo per la curatrice ma, una volta accettato il principio, la mostra assume un ruolo più interessante di “panoramica” anziché di “retrospettiva”.

Queste due opere hanno un titolo: Skubic Stones 1 e Skubic Stones 2. Sono realizzate con sassolini che l’artista e amico Peter Skubic ha regalato a Thomas Gentille / These two works have a title: Skubic Stones 1 and Skubic Stones 2. They are made with little stones that the artist and friend Peter Skubic gave Thomas Gentille

Per Thomas Gentille esiste il suo tempo , il qui e ora, in un flusso espressivo in cui usare, secondo il momento, l’una o l’altra tecnica a sua disposizione, ritornare sullo stesso oggetto – magari lasciato in sospeso e irrisolto – dopo dieci anni per concluderlo e risolverlo.

Se dovessi sintetizzare l’impressione che ho avuto di questa mostra è che ogni oggetto è un gesto, unico, compiuto, atemporale, solido.

Conosce tutte le tecniche, le usa tutte perfettamente con una spontaneità impressionante e quando interrogato risponde che poco gli importa della tecnica, è il risultato che gli interessa. E la luce. Qui in mostra la luce che invade la balconata dove sono sistemate le bacheche è perfetta.

Non sto qui a descrivervi le opere, le vedete voi stessi anche se dalla foto è difficile intuire che ogni spilla è diversa da ogni lato: spesso il retro è d’oro, il lato più prezioso per chi la porta! I materiali: legno di ciliegio, di tiglio, d’acero, ebano, la segatura, l’oro, il carborundum, il vetro, il bronzo, l’alluminio…

Scopro anche dal comunicato stampa che Thomas Gentille ha una tecnica tutta sua per l’intarsio “guscio d’uovo” e vedete nelle foto alcuni esempi strabilianti. Il catalogo edito da Arnoldsche (che vi consiglio) è un oggetto d’arte in sé poiché la grafica della copertina ripropone, più in grande, una delle spille!
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