Schmuck 2016 – Thomas Gentille
Non so proprio da che parte cominciare per raccontarvi della mostra dell’artista americano Thomas Gentille (nato in Ohio, ma a New York dal 1961) tra i fondatori della “studio jewelry” e oggi gloriosamente ottantenne. Io l’ho incontrato ieri per la prima volta alla Pinakothek der Moderne di Monaco che celebra questo compleanno “offrendogli” questa mostra dove sono esposti 180 pezzi, ma anche disegni e un filmato realizzato dall’artista sulle due città del cuore New York e… Monaco.
It is difficult to describe the exhibition of the American artist Thomas Gentille (who was born in Ohio, but has been living in New York since 1961), the founder of the “jewelry studio” and, today, a glorious 80 year old man. I met him yesterday for the first time at the Pinakothek der Moderne in Munich, which is celebrating his achievements with a rich 180 pieces exhibition, and also drawings and a movie made by the artist about his two favorite cities: New York and… Munich.
Innanzitutto un incontro, una chiacchierata a due, dicevo, cominciata non a proposito del suo lavoro, ma del suo cognome siciliano che effettivamente ha preso una elle in più rispetto all’originale Gentile nel tentativo (vano?) che la pronuncia in inglese si avvicinasse il più possibile a quella nostrana (italiana). Da questioni fonetico-glottologiche siamo scivolati a parlare del tempo (non meteorologico), delle parole, dei titoli…
First of all, our meeting, a friendly two-way talk: we started talking not about his work, but about his Sicilian surname, which through time gained an extra “L” compared to the original Gentile, in the (not so high) hopes that the English pronunciation would be as similar as possible to ours (the Italian one). From phonetics, we then talked about time, about words, titles…
La mostra qui a Monaco si chiama “Untitled”. Un titolo che gli calza a pennello poiché non solo nessuna delle sue opere ne ha uno (tranne 2 o 3 eccezioni) ma neppure l’ombra di una data è presente nelle didascalie! Brivido freddo per la curatrice ma, una volta accettato il principio, la mostra assume un ruolo più interessante di “panoramica” anziché di “retrospettiva”.
The exhibition here in Munich is called “Untitled”. It is a perfect title, since not only none of his exhibited work has a title (except from 2 or 3), but there is not even a sign of any dates in the captions! The curator had an initial chill for this, but after accepting the concept, the exhibition becomes more of a “panoramic” overview and less of a “retrospective” analysis.
Per Thomas Gentille esiste il suo tempo , il qui e ora, in un flusso espressivo in cui usare, secondo il momento, l’una o l’altra tecnica a sua disposizione, ritornare sullo stesso oggetto – magari lasciato in sospeso e irrisolto – dopo dieci anni per concluderlo e risolverlo.
Thomas Gentille’s time perception is of the here and now, an expressive flux where he can use one technique or the other, go over the same work, that was maybe left unfinished 10 years before, to close it and resolve it.
Se dovessi sintetizzare l’impressione che ho avuto di questa mostra è che ogni oggetto è un gesto, unico, compiuto, atemporale, solido.
If I had to sum up what I felt during this exhibition, I could say that every object is a unique, finished, timeless, solid act.
Conosce tutte le tecniche, le usa tutte perfettamente con una spontaneità impressionante e quando interrogato risponde che poco gli importa della tecnica, è il risultato che gli interessa. E la luce. Qui in mostra la luce che invade la balconata dove sono sistemate le bacheche è perfetta.
The artists knows all the techniques, he uses them all perfectly and spontaneously and, when asked about it, he says he does not care about the techniques, he only cares for the result. And light. Here at the exhibition, the light shining on the showcase is just perfect.
Non sto qui a descrivervi le opere, le vedete voi stessi anche se dalla foto è difficile intuire che ogni spilla è diversa da ogni lato: spesso il retro è d’oro, il lato più prezioso per chi la porta! I materiali: legno di ciliegio, di tiglio, d’acero, ebano, la segatura, l’oro, il carborundum, il vetro, il bronzo, l’alluminio…
I’m not going to describe every piece of work in the exhibition, it is better you see them for yourself through the pictures, even though it is difficult to grasp how every brooch is different on every angle: most of the times, the back of the brooch is golden and it’s the most precious side for whoever is wearing it! Materials such as: cherry wood, bass wood, maple wood, ebony, sawdust, gold, carborundum, glass, bronze, aluminum…
Scopro anche dal comunicato stampa che Thomas Gentille ha una tecnica tutta sua per l’intarsio “guscio d’uovo” e vedete nelle foto alcuni esempi strabilianti. Il catalogo edito da Arnoldsche (che vi consiglio) è un oggetto d’arte in sé poiché la grafica della copertina ripropone, più in grande, una delle spille!
Through the press release, I also discovered that Thomas Gentille has a very personal technique for the inlay work as “egg shell”, incredible examples of which can be seen in the pictures. I strongly recommend the catalogue of the exhibition, published by Arnoldsche, because it is a work of art itself, since the graphics on the cover is showing, on a bigger scale, one of the brooches!
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