The Beauty Chase – I testi del catalogo 6
Ancora un giorno di tempo per vedere la mostra The Beauty Chase a Lille… Intanto io continuo a pubblicare i testi del catalogo!
Iris Nieuwenburg
Una sala da ballo dai lampadari a goccia, una camera da letto dalla tappezzeria sontuosa, dai ricchi colori intensi: i gioielli di Iris Nieuwenburg si “staccano” come ritagliati dalla loro scena e possono poi ritornare al loro posto come elementi di un puzzle da esporre in salotto. Sono parte della fotografia, ispirati nella forma a quellidel periodo degli eleganti interiors francesi del 18esimo secolo. Mescolano immagini in 2D e 3D (e la tecnica dell’elettroformazione) creando una profondità che permette di entrare nella storia,immaginarsi di essere in un’altra epoca e congelare momenti a lume di candela.
Francesca Gabrielli
Nel lavoro Chernobyl 1986 – Fukushima 2011 il gioiello diventa parte anatomica del corpo, la sua malattia, la sua protuberanza, una mutazione genetica dovuta alle radiazioni che cresce in silenzio all’interno del corpo e che solo i raggi X possono tradirne la presenza. Il fiore bello, ma dai petali pericolosi, si propaga come una metastasi, dappertutto: si attorciglia attorno al dito, si conficca nelle vertebre, serra il collo. La radiografia coglie il momento in cui il corpo e il suo parassita sono entrambi al massimo “dello splendore”. Che dei due soccomberà?
Lisa Juen
Le opere di Lisa Juen raccontano un mondo frenetico e abbagliante. Quello che tutti noi immaginiamo possibile in una città come Shanghai, dove l’artista ha trascorso cinque anni. Gli zirconi colorati, i led con piccole batterie, i colori, le figure taglienti in acciaio inossidabile, sono insistenti come spot pubblicitari chiassosi che invadono ogni spazio. Le anziane venditrici di fiori agli angoli della strada – che sembrano appartenere al passato – sanno adeguarsi a questo nuovo mondo strillato e diventano spunti di osservazione sulla collana Flowerlady della serie Loudlives.
Beppe Kessler
Guardando i lavori di Beppe Kessler viene da chiedersi: che cosa c’è sotto, o meglio, che cosa c’è dentro? Sembra che l’artista voglie racchiudere o vestire una materia evanescente, impalpabile e mobile – come gocce d’olio in una bacinella d’acqua – in involucri dalla superficie perfetta. Materiali diversi come l’ambra, l’oro, l’alabastro, il legno leggerissimo balsa, quello di tiglio o di cedro rosso, la resina sono accostati tanto da sembrare un tutt’uno. Forse pensandoci bene è proprio il Tempo che l’artista vuole catturare. A volte ci riesce e lo trasforma in due ondeggianti spille (del 2009) che parlano di due opposti, lentezza (slowly) e velocità (vitesse), ma che hanno moltissimo in comune.
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