
Tra gli stand di Collect 2012 l’attenzione può essere anche catturata da un libro. Meglio se è uno di quei noir stile anni 40 con omicidio in piena regola tra i luccichii e gli orrori di Hollywood. Il libro è
The Black Dahlia di James Ellroy (c’è anche un film di Brian De Palma del 2006) e, guarda caso, dentro non si cela l’arma del delitto, ma l’anello di Jeremy May…

Piccola nota: se vi appassiona il genere noir vi segnalo un’altra dalia,
The Blue Dahlia, film del 1946 con Alan Ladd e Veronica Lake e scritto dal grande Raymond Chandler.
proprio di recente ho visto il film, indossando questo anello sarebbe stata una visione fantastica 😉
:DDD yesss!!
per dirla con un pizzico di poesia “le idee viaggiano per conto loro ed a volte arrivano insieme im posti diversi” , ritengo infatti che non ci si debba fermare alle prime similitudini e gridare al plagio, ma si deve invece guardare come è stato svolto il tema, se esiste un “qualcosa” che differenzi gli oggetti in modo personale. in fondo chi per primo ha legato una conchiglia ad un laccio inventò il ciondolo ma non per questo chi oggi produce dei pendagli è un copione!
Ciao Marco^Forse Jeremy May non è la prima a pensare a questo concept, ma questo non sminuisce nè la bellezza e nè l’interesse del progetto. Credo che al di la delle formalità quello che importa è l’interpretazione e l’anima personale, in questo modo vengono aggiunte nuovi punti di vista a una visione “pilastro” comune**;) cosa ne pensi?
ma porca miseria, stavo realizzando un ciondolo a sfondo fantascientifico da inserire dentro un “urania” da usare come astuccio…. uffa uno crede di aver fatto la pensata dell’anno ie ed invece no! inutile dire che l’idea mi piace un sacco (adesso un pò di meno)