Per favore, non chiamateli gioielli
È stata una bella esperienza la visita di quest’estate al Museo del Bijou di Casalmaggiore. Permette una riflessione sull’aspetto ludico e spensierato della bigiotteria: oggetti ben fatti, con un’idea dentro, gradevoli da portare, facili da comprare dato il prezzo non troppo elevato, realizzati in materiale non prezioso ma di buona qualità e riproducibili in buona quantità.
Trovo questo concetto di facile riproducibilità o almeno di una progettualità dell’oggetto che lo rende replicabile senza troppo stress, un aspetto non secondario sul quale puntare. In questo ambito della bigiotteria – che a me piace chiamare così in italiano, tanto per non fare confusione con i Francesi per i quali bijou è “il gioiello” e la bigiotteria è il bijou fantaisie – si muove il terzo Concorso Internazionale Bijoux d’Autore (appena chiuso a Roma, poi andrà a Casalmaggiore) che enfatizza l’aspetto creativo artistico dell’oggetto o il suo percorso progettuale.
Il premio è stato vinto da Angelo Verga. Ho particolarmente apprezzato la sezione progetti con le proposte di Francesca Gabrielli (premiata in varie sezioni e con lavori diversi) e i suoi animaletti, la corona portatile di Cosimo Vinci (primo premio dei progetti).
Mi sono piaciuti i creatori che hanno lavorato con il tessuto (che ha ancora mille possibilità da esplorare in bigiotteria) come Eleonora Battaggia – CARACOL (secondo premio), Lucilla Giovanninetti – EANDARE, i palloncini sfrangiati di E-vasiva, i “centrini” di Marta Di Giorgio.
Una menzione speciale è andata a Roberto Franchi e la prima classificata nella sezione emergenti è Ludovica Cirillo ByLudo.
Ospitare Bijoux d’Autore sarà per noi un grande onore: passato, presente e futuro della bigiotteria italiana nelle sale del Museo del Bijou…
Grazie
Letizia
(Museo del Bijou di Casalmaggiore)
partecipare a Bijoux d’Autore è sempre un’esperienza molto stimolante!
E grazie per aver apprezzato la mia “Promessa di matrimonio”.
EANDARE Lucilla Giovanninetti