Reportage Padova: le kitsch c’est chic

Iris Nieuwenburg

Ultimo appuntamento di Padova allo Studio GR20 di Graziella Folchini Grassetto. La mostra si chiama Kitsch tra Arte e Ornamento. Dieci gli artisti, estremamente noti a livello internazionale, che si esprimono negli stili più diversi tra loro, da Helen Britton a Karl Fritsch da David Bielander a un Ruud Peters, inaspettato in questo contesto,  con la sua Serie Anima. La mostra è uno spunto stimolante per una riflessione sul concetto del kitsch e, in maniera più ampia, sul gusto e sull’estetica contemporanea.

David Bielander: il bracciale ananas

La Princess di Tanel Veenre

Un tempo kitsch voleva dire paccottiglia melensa di origine disparata e piagnucolosa, ripiego (e sinonimo) di cattivo gusto, prediletto rifugio ( di stampo popolare) di chi non aveva mezzi né intellettuali né economici per accedere al GUSTO nella sua emanazione esteriore di oggetti, quadri, sculture… Era considerato uno schiaffo al bello. Poi nel tempo il kitsch ha avuto  i suoi seguaci, fieri di appartenere a una élite di pensiero.

La vetrina di Jantje Fleischhut

Il "falso" in 3D di Gijs Bakker

Ora se ci guardiamo attorno (anche alla Biennale d’arte contemporanea – Venezia 2010, per esempio – come racconta nel saggio introduttivo del catalogo Alba Cappellieri del Politecnico di Milano) il kitsch è diventato una possibile categoria estetica. Anzi una importante corrente del gusto dominante. Nel gioiello contemporaneo lo è in maniera ancor più frastornante.

Karl Fritsch

Helen britton: plastiche e diamanti

A mio parere il kitsch nel gioiello esprime la volontà del gioiello stesso di prendersi in giro, di non prendersi sul serio, di negarsi volutamente la possibilità di rientrare nella categoria di status symbol codificato. Guardate per esempio la spilla (del 2008) della serie Real? di Gijs Bakker in stereolitografia e pittura a olio che imita una “preziosa realtà”. Devo essere prezioso? Non se ne parla proprio. Devo essere “bello”? Marameo.

Petra Zimmermann

Ruud Peters: un ectoplasma mitologico, Eloina

I dieci artisti – per tecniche, presupposti, stili, cultura – arrivano a risultati diversissimi. Ma è stato interessante sentire dalla gallerista quello che per lei rappresenta il filo conduttore tra tutti: il richiamo (e la presenza) di oggetti e immagini del passato che fanno riferimento ai luoghi comuni, allo stereotipo a volte, aggiungo io, anche alla “banalità”.  In questa tendenza parla per tutti la collana Bavarese di Lisa Walker, un condensato artistico di acchiappacitrulli del perfetto turista.

La collana bavarese: Lisa Walker

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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  1. […] nuova e diversa). Per noi che l’abbiamo persa, un piccolo reportage è raccolto nel post le kitsch c’est chic del blog gioiellocontemporaneo. […]

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