I percorsi della luce

Lumina

Il gioiello si accende con Angelo Lomuscio

L’idea iniziale è quella di portare chi normalmente crea, immagina, disegna gioielli su un terreno che ha più attinenza con il mondo del design d’ambiente e con l’architettura. Cioè ideare, fare e ancora una volta creare un oggetto luminoso. In poche parole passare dal gioiello alla lampada… Poi spiego un po’ meglio nei dettagli, ma intanto vi dico che questo progetto Lumina ideato dallo Studio di Architettura 70m2 di Livorno sarà presentato in una mostra che ovviamente parte da Livorno da fine aprile e per la prima settimana di maggio e poi sarà itinerante: prima tappa a Firenze alla Scuola di Gioiello Alchimia dal 24 maggio all’11 giugno.

L’Adamantina di Silvia Beccaria

I creatori coinvolti sono un po’ più di 15 e in mostra sarà esposta l’opera gioiello affiancata dall’opera luce. Alcuni dei partecipanti hanno interpretato questa sfida creando gioielli luminosi da indossare. È il caso per esempio di Sivia Beccaria con la sua Adamantina, Corrado De Meo con On-Off e Angelo Lomuscio con Blue Datura.

I bracciali Bold di Manuganda

Altre volte l’idea partendo dal gioiello ha dato vita, come dicevo prima, a vere e proprie lampade (per ora prototipi) pensate come oggetti d’arredamento. Quest’ultimo percorso mi ha incuriosito e ho cercato di capire quali sono state (e se ce ne sono state) le difficoltà pratiche o puramente artistiche del passaggio “dal corpo alla stanza”.

E la sua lampada Bigodini

Manuela Gandini – Manuganda che ha realizzato la lampada Bigodini mi dice: “le sperimentazioni fatte con la gomma che mi hanno portato dai bracciali alla lampada sono state una sorta di naturale percorso creativo. In questo caso è stato il materiale a stimolare le idee. L’unica ‘difficoltà’ è data dalle dimensioni: per realizzare una lampada del diametro di 60 centimetri ho dovuto utilizzare una lastra di gomma 2m x 1m (spessore 5mm). La realizzazione del prototipo è stata effettuata tagliando la lastra con il taglierino direttamente sul pavimento perché non ho disponibilità di piani lavoro così grandi”.

La collana di Chiara Scarpitti

Chiara Scarpitti, autrice di una lampada d’appoggio Meduse dice: “Non avendo una formazione orafa, ma più legata al design di prodotti, installazioni e gioielli intesi come oggetti, non ho avuto molte difficoltà nel lavorare su un oggetto luminoso, avendo per ambedue i tipi di prodotto, un approccio di tipo progettuale. In Meduse ho voluto spostare l’attenzione sull’interazione tra le tecniche haute couture e le stampe digitali. Lavorando su scala maggiore, è stata necessaria una lunga serie di sperimentazioni. Considero Meduse come la rappresentazione fisica di uno di questi stadi intermedi”.

E la sua lampada Meduse

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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