Caterina Murino: corallo, filigrana e leggende
Ho conosciuto Caterina Murino pochi giorni fa alla Galerie Elsa Vanier qui a Parigi. Lunga lunga chiacchierata sui gioielli che lei disegna e sulla sua Sardegna dove sono realizzati secondo tecniche antiche da orafi esperti, artigiani abilissimi nella filigrana e nella lavorazione del corallo. Per esempio per questa catena multipla di filigrana ci vogliono 80 ore di lavoro e 100 grammi d’oro (qui sotto a destra anche un particolare).
Far conoscere il “patrimonio culturale” della sua terra d’origine e del gioiello che è parte radicata nella tradizione dell’isola è il motore principale di questa avventura nella quale Caterina si è lanciata non da molto, essendo lei certo meglio conosciuta al grande pubblico come attrice.
Avventura, non improvvisata però, poiché Caterina si è preparata il terreno studiando gemmologia e individuando gli artigiani giusti principalmente in tre luoghi della Sardegna: Bari Sardo, Dorgali e Alghero.
Il corallo utilizzato è solo quello locale, rubrum, pescato secondo una regolamentazione precisissima della Regione Sardegna e in quantità limitata. La lavorazione dell’oro e argento in filigrana segue la tradizione millenaria e l’ispirazione narrativa dei disegni attinge alle leggende antiche come i personaggi mitici dei bronzetti nuragici o le misteriose janas, le fate che abitano in domus nella pietra.
Il tutto è però ripensato da Caterina Murino per gioielli ben ancorati nell’oggi e sono il frutto di una visione personale filtrata attraverso esperienza di vita e di lavoro in altri Paesi come la Cina (da dove è appena ritornata dopo le riprese di un film) o l’India, di cui ha avuto modo di conoscere le tradizioni immergendosi per un po’ nel mondo di Bollywood.
Qui sopra vedete indossata da Caterina la cintura in corallo e argento “Danzatori del crepuscolo” (mi sembrava difficile da portare, invece no!). Io qui sotto ho messo il plastron che riproduce il disegno delle ramificazioni del corallo.
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