Révélations Grand Palais 3 – Creazione coreana

Forse non tutti voi sapete che qui (in Francia, intendo) cominciano tra poco le celebrazioni “dell’anno Francia-Corea” (ovvero dell’amicizia e dei rapporti diplomatici che legano i due Paesi da 130 anni). E allora giù con mostre, manifestazioni, gastronomia, di tutto e per un bel po’ di tempo. Io anche mi sono messa in testa di partecipare a questo flusso culturale coreano (forse avete visto che nella mia pagina fb ho il loghetto Francia-Corea al posto della mia foto) e dedicherò in vari momenti un bello spazio ai creatori coreani del gioiello contemporaneo.

Kim Ji-Min
Detto questo comincio con mostrarvi qualcosa visto al salone sui mestieri d’arte Révélations Grand Palais nel quale ovviamente il posto d’onore era lasciato alla creazione coreana. Kim Ji-Min è la più giovane delle tre artiste esposte qui. Non è certo nuova all’Europa: dopo il dipartimento metalli e gioiello all’università Kookmin di Seul è stata a Pforzheim e a Sheffield a studiare. L’abbiamo vista al Cominelli nel 2011 e selezionata per Talente a Monaco nel 2007. Poi, se siete andati al SOFA a New York l’avete trovata anche lì. Ama la carta, in particolare quella hanji, tipicamente coreana che – mi hanno spiegato – è fatta con la corteccia di gelso, usa lattice e pittura acrilica. Guardatevi bene i suoi lavori minuziosi e timidi – fatti con centinaia di pezzettini di carta identici – sperimentare nel colore e nelle sfumature.

Kim Ji-Min
Entriamo in un universo più solido, di geometri definite con Yi Jung-Gyu, lei stessa consolidatissima artista con una trentina d’anni di carriera, personaggio emblematico dell’arte del gioiello in Corea. Ha studiato anche a Parigi e a Pforzheim. E anzi proprio grazie agli studi in Germania che ha deciso di appassionarsi al gioiello, lei che aveva cominciato con la pittura occidentale in Corea.

Yi Jung-Gyu
Nei suoi lavori Yi Jung-Gyu mescola molte tecniche e materiali diversi e la mostra mette in risalto la tecnica Hwagak: appiattire il corno di bue in modo da renderlo sottilissimo quasi trasparente e poi inciderlo e colorarlo con l’ottchil (la lacca coreana).

La collana si chiama “A Festival”. Qui c’è ottchil su legno e corno per esempio
Heeseung Koh, ha nella biografia una sfilza notevole di premi e di mostre anche perchè ha alle spalle una bella ventina d’anni di carriera. Datele l’argento come base e lei sarà felice di raccontarvi delle piccole cose della vita quotidiana associando di volta in volta legno, pietra, plastica e usando la tecnica della smaltatura coreana, Chilbo.

by Heeseung Koh

by Heeseung Koh
Piccoli oggetti che si ripetono, alcuni sembrano raffigurare l’interno di una stanza o dei paesaggi. Danno l’idea di essere esperimenti in divenire, fatti di piccoli elementi usciti dalle tasche di un bambino che nascono dall’incontro tra materiali diversi, consistenze diverse, colori diversi ogni volta da reinventare.

I lavori di Heeseung Koh
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