Schmuck 2014 – Tempo di restyling alla Danner Rotunda
La folla delle grandi occasioni, i discorsi, i ringraziamenti e gli applausi (della durata di 50 minuti tutto compreso), per l’inaugurazione del nuovo allestimento della Danner Rotunda, la collezione permanente di gioiello contemporaneo della Neue Sammlung. Così vengono celebrati i dieci anni di contemporary jewelery al museo e l’ideazione della nuova disposizione delle opere è stata affidata – grande ritorno – a Otto Künzli che era stato artefice della prima, nel 2004 affiancando Hermann Jünger, insigne professore del corso di gioiello alla Accademia di Belle Arti di Monaco tra il 1972 e il 1990 (scranno attualmente occupato da Künzli). Come intermezzo c’era stato invece l’allestimento ideato da Karl Fritsch (diciamo di nuova generazione) nel 2010.
296 pezzi,di 139 artisti provenienti da 26 Paesi in 35 teche. Due in più dell’allestimento precedente come racconta Künzli. Tenete presente comunque che a un visitatore disattento e non esperto potrebbe sfuggire a un primo sguardo la differenza tra il precedente allestimento e questo: nell’aspetto esteriore le teche sono le stesse. Ciò che va visto con calma e prendendo tutto il tempo possibile è come sono giustapposte le opere che sono all’interno. Come Kunzli ha voluto suggerire che dialogassero tra loro. E per captare questo sottile bisbiglio bisogna osservare, andare avanti e poi tornare indietro. Studiare un po’ insomma. Il curatore nel suo discorso ha messo in rilievo alcune di queste giustapposizioni come il collier, esempio altissimo di art nouveau, in gemme preziose creato da Henry van de Velde accostato a quello di Anni Albers, artista della Bauhaus, realizzato nel 1941 con graffette, catenelle del tappo della doccia, filtro di drenaggio.
Ogni opera è identificata da un salvifico numeretto ben nascosto, per non disturbare, ma sufficientemente visibile per non indurre in equivoci. Una lenzuolata di didascalie in free service su un foglione grande come un quotidiano attende il visitatore all’ingresso. Rispetto al sistema precedente, ove l’opera era identificata tramite uno schizzo, trovo questa soluzione attuale di più immediata comprensione.
Vi lascio a godervi un po’ di immagini che ho scattato (in un momento di calma, appunto) e soprattutto l’invito ad andare a scoprire di persona mondi che si incontrano, somiglianze inattese, sorprese.
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