La memoria non è egoista

Barbara Paganin - Memoria Aperta n.3 Foto Alice Pavesi Fiori

Barbara Paganin – Memoria Aperta n.3
Foto Alice Pavesi Fiori

Si inaugura domani  a Palazzo Fortuny a Venezia la mostra Barbara Paganin – Memoria Aperta (e sono particolarmente contenta e fiera di annunciarvelo perché ne sono la curatrice!). State tranquilli, avete tutto il tempo di andarla a vedere perché dura fino al 14 luglio. Il sottotitolo della mostra spiega meglio a tutti che si tratta di “25 gioielli” ovvero “25 spille” che rappresentano ognuna un racconto, una storia di ricordi e di memoria (personale, certo, ma anche “curiosa” e partecipe di quella altrui) per riflettere, immaginare, proiettarsi, costruire, immedesimarsi. Vi do qui solo un minimo assaggio delle opere che sono assolutamente inedite e che rappresentano oltre due anni di lavoro. Tutte da vedere dal vivo. Le fotografie sono di Alice Pavesi Fiori.

Ho il piacere anche di inserire qui sotto il testo che io ho scritto come breve illustrazione della mostra allo scopo di essere usato come comunicato stampa (ed è quindi quello che vi ritrovate sui siti che riprendono la notizia).

Barbara Paganin - memoria Aperta n. 8 Foto Alice Pavesi Fiori

Barbara Paganin – memoria Aperta n. 8
Foto Alice Pavesi Fiori

«Gioielli-racconti che prendono spunto dalle emozioni del proprio passato ma che subito si aprono al mondo esplorando nei ricordi degli altri. Elementi tangibili di una memoria presa in prestito: miniature di ritratti ottocenteschi, animali portafortuna di porcellana, topolini, ippopotami, conigli, elefantini di avorio, una piccola bussola, una regina degli scacchi…

È la prima volta che l’artista sceglie di inserire in maniera così sistematica elementi “estranei” e objets trouvés nelle proprie opere. Il lavoro parte dalla ricerca tra le botteghe antiquarie di Venezia a caccia di quei piccoli oggetti, da poter immaginare un tempo conservati gelosamente in un piccolo scrigno di bambina.

La memoria degli altri si fonde con quella personale dell’artista. Alcuni elementi ricorrenti sembrano volerci indicare proprio questo filo conduttore: minuscole scarpe di bambola – smarrite un giorno per strada chissà dove – percorrono a piccoli passi le opere; compaiono all’improvviso, isolate, quasi irriconoscibili, per poi scappare via e ritrovarsi a grappolo su un’altra spilla. E quei “baobab” di vetro multicolore che sovrastano i volti delle giovani dame non sono forse “alberi cavolfiore” tanto cari all’immaginario di Barbara Paganin?

Barbara Paganin - Memoria Aperta n.11 Foto Alice Pavesi Fiori

Barbara Paganin – Memoria Aperta n.11
Foto Alice Pavesi Fiori

Ogni spilla racconta una storia, che ciascuno può immaginare diversa, adattandola alla propria memoria, al proprio ricordo. Non c’è una sola chiave per interpretarla ma tante chiavi quanti sono i “lettori” di questo album di ricordi composto capitolo dopo capitolo. Le 25 opere infatti sono pensate come un corpus unico, sul quale Barbara Paganin ha lavorato continuativamente negli ultimi due anni, e concepite per essere esposte tutte insieme per la prima volta a Palazzo Fortuny. È la peculiarità del luogo, del Museo stesso, ove coabitano in armonia e scambio le collezioni del passato con l’arte contemporanea, ad aver stimolato l’artista per questo lavoro di dialogo con la memoria e i suoi piccoli oggetti sui quali a volte può poggiare tutta una esistenza da adulti».

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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