Un battito d’ali
Quattro mosche di velluto grigio – che poi sarebbe il titolo di un film di Dario Argento del 1971 – è l’immagine/frase che mi viene in mente vedendo i lavori di Märta Mattsson in mostra alla galleria Platina di Stoccolma dal 16 febbraio al 24 marzo. Va bene proprio di mosche non si tratta, ma ci sono falene, farfalle, scarafaggi, veri e non, la cui condizione viene rivelata da un inequivocabile titolo Forever Dead. Sì non c’è dubbio (e il film di Dario Argento qui calza a pennello). A molti potrebbero fare impressione, lei li ama. E sa renderli poetici.
Lo è particolarmente – poetico – il collier qui sotto della serie pizzo bruciacchiato (in realtà è pelle) che nasconde una miriade di variopinte farfalle.
Così come la doppia spilla scarafaggio qui sotto che, forse vi ricordate, è stata scelta come immagine del catalogo dello Schmuck di Monaco dell’anno scorso.
Märta Mattsson non è nuova a questo blog: avevo già parlato di un suo lavoro (un topolino grigio) sullo stereotipo della donna svedese, sempre presentato a Monaco in una collettiva.
Märta Mattsson mi piace molto, anche se è indiscutibile il gusto particolare. Ho visto alcuni suoi lavori (tra i quali mi sembra proprio lo scarafaggio) alla mostra finale del RCA 2010 (dove ci sono sempre splendidi lavori degli studenti). Mi piacerebbe indossare una delle sue spille anche se immagino l’effetto sul pubblico…