Nero Mongolia

Tsolmandakh Munkhuu

La sfilata di Tsolmandakh Munkhuu

Mi ha colpito moltissimo la forza della storia di Tsolmandakh Munkhuu, artista che viene dalla Mongolia e abita a Parigi. La sua passione, che ha scoperto all’improvviso o meglio che aveva da sempre, ma che non aveva avuto coraggio di seguire, nasce solo tre anni fa per caso osservando gli studenti che frequentavano la caffetteria della famosa Ecole des Arts décoratifs, dove lei lavorava. Poi anche per lei la scelta, anzi il bisogno di seguire questa passione incontrastabile, divorante, totale. Studia, cuce, disegna, recupera.  La sua è moda, certo, ma è anche scultura, costruzione. La sua collezione che è stata premiata dal pubblico al festival della moda di Hyères nel sud della Francia si chiama “Magia nera”, come le sue ragazze dipinte, gotiche ed eteree al tempo stesso. E anche il suo nome è magico e impronunciabile come un incantesimo: Tsolmandakh Munkhuu.

Lei recupera tutto e trasforma soprattutto pelli che vengono dal suo paese e diventano, una volta tagliate, tinte, ricamate e ricucite, giacche armatura di corteccia, corazze. Con la stessa ostinazione e determinazione nascono i suoi gioielli. Unici, irripetibili come questa collana realizzata con una testa di montone arrivata in valigia da Ulan Bator, avanzo di pranzo familiare, poi diventata teschio, lavata con detersivo dei piatti, bollita, spazzolata, lucidata, tagliata in due. E appesa al collo con un laccio di cuoio.

Al Festival della Moda a Hyères

Valeria Accornero

I am a journalist with a passion… in this online space I describe what I see and what I love about contemporary jewellery: its artists, the art works and the places. I share my personal notes, creating a sort of "newspaper" of what I recon is most worthy

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