Una “leggera” somiglianza
Mi piace l’idea di scrivere di Kazumi Nagano e Maria Rosa Franzin, mostrandovi per prima cosa questa foto scattata il 10 novembre, durante l’inaugurazione della loro mostra a doppio binario alla galleria Alternatives di Roma (fino al 3 dicembre). Il titolo è L’insostenibile leggerezza dell’oro: due sono le parole in comune, sull’oro certo non sto qui a discutere, è un dato di fatto, sulla leggerezza invece forse si può fare qualche riflessione.
Stesso colore di capelli e taglio molto simile, stesso look minimale, un po’ di rossetto, un sorriso moderato. Un po’ certo si “assomigliano”, ma questo si può dire per la “superficie”, per una prima impressione e, perché no, anche per gioco. Stessa cosa è per la leggerezza che giustamente accomuna un certo aspetto dei loro lavori, ma che si esprime poi in modi decisamente diversi.
Kazumi Nagano, giapponese, la leggerezza ce la racconta in gomitoli, in matassine soffici, in nastri di fili d’oro tessuti insieme a fili di nylon. In questo modo l’oro si serve del nylon non solo ai fini della portabilità e della flessibilità del gioiello (soprattutto per i braccialetti) ma anche moltiplicare i riflessi cangianti.
Qui leggerezza è anche trasparenza e morbidezza che esprime una voglia di annodare, piegare e “accartocciare” con un’arte e una abilità mirabile di cui, chissà perché, i giapponesi sono sempre maestri.
Maria Rosa Franzin costruisce i suoi gioielli come pennellate in rilievo, d’oro, certo, e discreto. Tuttavia le sue forme non sono timide, hanno forza nello spazio, anzi si fanno avanti mostrando sembianze di roccia, di terre, di paesaggi: quando le sollevi, però, non si portano dietro la pesantezza della loro materia ma solo l’immagine della loro essenza.
Una parola sugli orecchini che, in generale, non hanno per niente voglia di assomigliarsi. O almeno quando li guardi appoggiati sul tavolo. Quando li indossi (e io l’ho provato io), lato destro e lato sinistro sfumano le loro differenze anzi, dico meglio, fanno sì che la loro differenza a contatto con il corpo raggiunga un’armonia inaspettata.
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