Circuits Bijoux: note a posteriori
A Parigi ancora fino a marzo aprono e chiudono le mostre più varie che fanno parte del Circuits Bijoux. Io da settembre a oggi ne ho visitate parecchie (continuerò almeno con un altro paio). Qui di seguito qualche nota sulle mie preferite.
E bravi i belgi valloni che non si sono lasciati scappare l’occasione di essere presenti nel Circuito parigino con 18 creatori nella mostra Le bijou d’auteur presentata nel Centre Wallonie-Bruxelles che si trova a due passi dal Pompidou. Claire Lavendhomme, Mei Lee, Gwennaël Therasse, Nelly van Oost sono alcuni dei partecipanti. In una saletta ho potuto vedere il video delle ultime performance nelle strade parigine dei componenti del collettivo Borax08001, attivisti plurinazionali del gioiello contemporaneo.
Bel momento al pavillon Le Corbusier della Fondazione svizzera per vedere Design Bijou suisse: decisamente bei nomi e bei pezzi con David Bielander e Schobinger, Andi Gut, Zellweger e l’immancabile Künzli per citare sono un quinto degli artisti invitati.
Passaggio delicato tra gli alberi spogli, i rametti nudi e le piccole bacche di una foresta nordica con Vered Babaï alla Galerie Hébert con la mostra A change of seasons.
Atterraggio attutito in una luce violacea con la mostra Next Stop Jupiter nella quale ho avuto il piacere di osservare con attenzione gli anelli di Annie Sibert e incontrare per la prima volta il lavoro congiunto della designer “tessitrice” di sottilissime catene Arielle de Pinto e di Lars Paschke (Berlino) che fa crescere tra le sottili maglie dei sorprendenti cristalli colorati.
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